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BASILICA DI SANT'ANTONIO

CARO SANT'ANTONIO

PANE DI S. ANTONIO

La devozione Antoniana più diffusa è quella del Pane dei Poveri, utile nelle parrocchie per fare alleviare dal ricco la miseria del povero. Tale devozione ebbe origine dalla prodigiosa resurrezione di un bimbo,avvenuta a Padova. Tommasino aveva dieci anni ed era figlio di buoni genitori che abitavano vicino alla Chiesa del Santo. Un giorno, giocando vicino ad un recipiente d’acqua vi cadde dentro e morì. La madre trovò il piccino senza vita e chiamò aiuto; corsero i vicini ed alcuni frati del convento. Non c’era nulla da fare,Tommasino era morto.La madre non si rassegnò, si affidò alla fede confidando nei meriti di Sant’Antonio. Fece voto a Lui di distribuire ai poveri tanto grano, quanto era il peso del bambino, se questi fosse ritornato in vita. Passarono alcune ore con la donna in preghiera finchè il bimbo emise un grido. Era ritornato in vita! La promessa fu mantenuta e la devozione a Sant’Antonio, mediante la carità ai poveri incominciò a propagarsi sotto il nome di "Peso del bambino". Nel 1887 fu introdotta la statua del Santo esposta in pubblico assieme a due urne in una delle quali i devoti gettavano le suppliche scritte e nell’altra il denaro promesso, allorchè la grazia era fatta. La cassettina di Sant’Antonio è divenuta oggi una scuola di carità per tutti,perchè tutti, anche i più poveri vi gettano qualche soldino, quel tanto che basta per fare felice un povero e sollevare il nostro spirito davanti al Signore.Sant’Antonio oggi chiede sempre più aiuto per i poveri, concedendo grazie a tanti benefattori che fanno l’elemosina con il cuore sincero ed aperto all’amore. Per tanti secoli questa usanza si è ripetuta e sarebbe bello ancor oggi vedere comparire questa figura di Sant’Antonio nei negozi del mondo con l’invito a fare la carità in ogni momento della giornata, specie quando spendiamo per noi e per i nostri cari. (Storie tratte dal libro Sant’Antonio di Alfonso Salvini)

VITA DI SANT'ANTONIO

S.ANTONIO DA PADOVA

Sant’Antonio è un Santo eccezionale che qui a Lamezia come in altre parti del mondo conosciamo e veneriamo per la sua enorme capacità di fare miracoli. Il "Santo Taumaturgo", viene definito questo frate che per tutta la sua vita non ha fatto altro che affidarsi a Dio, lo ha amato, lo ha fatto conoscere a tanta gente, ha predicato fino a dodici ore consecutive per farlo conoscere a tutti, per portare Cristo fra la gente, portare l’amore ed il perdono nei cuori di tanti uomini, importanti o no. Un Santo che aveva fatto della sua trasformazione interiore ed esteriore il messaggio da trasmettere al mondo di ieri e di oggi. Antonio in realtà si chiamava Fernando di Buglione; proviene da famiglia ricca ed a 15 anni entra nel monastero Agostiniano di Lisbona per poi trasferirsi al Monastero di Coimbra dove, dopo anni di studi approfonditi. viene ordinato sacerdote. Nel 1220 vicino al Monastero di Coimbra si insediano i frati Francescani provenienti da Assisi dove Francesco di Pietro di Bernardone aveva fondato il nuovo ordine approvato dal Papa.Inizia qui la sofferenza di Fernando che non accetta di servire Cristo vestendo le ricche vesti del frate Agostiniano. Si innamora della regola di San Francesco e pensa che nella povertà e nell’umiltà potrà sentirsi più vicino al Signore, al Crocifisso povero ed umile, lontano dal peccato e dalle tentazioni. Resta colpito dal martirio di cinque frati francescani che erano andati in Marocco per portare in Africa la parola di Dio. Decide di seguirne l’esempio e sposa la regola di Francesco d’Assisi divenendo "frate Antonio". Volle partire per il Marocco, desiderando il martirio per amore di Gesù. Ma la strada che il Signore gli aveva indicato non era questa. Malato,è costretto a far ritorno in Portogallo ma a causa del mare in tempesta sbarca,naufrago, in Sicilia. Qui inizia l’evangelizzazione della gente, ore ed ore di cammino da paese in paese per parlare di Gesù. Risale l’Italia fino ad Assisi e si reca al convento di Montepaolo di Forlì per svolgere il compito di sacerdote. Restano tutti stupiti dalle sue predicazioni e la sua parola converte tante anime dalla mattina alla sera. Talvolta lo hanno sentito predicare per dieci-dodici ore. Cerca di convertire tutti anche gli eretici della Romagna. Antonio sente dentro di se una grande forza che lo spinge alla Santità, lo fa sentire Santo. Ama talmente il Signore che questi lo ricambia con il dono dei miracoli. Preghiera e predicazione sono il suo pane quotidiano ed il suo corpo, fiaccato dai tanti digiuni, non ha un attimo di tregua, tanta è la gente che lo vuole vedere, sentire, toccare. Passa anche molte ore in silenzio, ascoltando la voce di Gesù che gli parla. Lo adora tanto che in una splendida notte lo vedono cullare Gesù Bambino, sorridente fra sue braccia. Ed i miracoli continuano in tutte le città che frate Antonio visita, miracoli materiali e spirituali. Il Santo dei Miracoli muore a Padova a soli 36 anni sfiancato dalla fatica e dalle privazioni. Ha preferito la povertà alla ricchezza, il giaciglio su un noce ad un letto di monastero, ha preferito stare vicino a Cristo nella semplicità ricevendo da lui doni enormi sia sulla terra che in cielo. E’ morto Santo così come si era sentito Santo nella vita "vissuta" con e per Gesù certo che amare Cristo significhi la salvezza del mondo. Gesù prima di tutto: Bambino, Povero, Predicatore, Crocifisso, Eucarestia. Il suo amore per noi, questo amore datoci senza nulla in cambio, per condurci alla gioia, per cercare questa gioia nelle cose semplici, nelle cose che ti avvicinano a Dio, che ti danno il Paradiso sulla terra e ti preparano alla gloria del cielo. Antonio in questo aveva preso tanto dal quasi coetaneo Francesco d’Assisi. Il desiderio di farsi ultimo, di amare, di vedere Dio nelle bellezze della natura. Un Sant’Antonio che oggi più che mai si presenta a noi mostrando la sua vita,dal giorno della scelta di farsi Francescano fino alla morte .Le ricchezze dei conventi agostiniani gli fanno capire come dietro tanto benessere ci si possa allontanare dal Signore. I seguaci di Francesco d’Assisi, con la loro povertà e semplicità, gli insegnano ad amare Cristo ed a servirLo in povertà e perfetta letizia. Anche Lui a 25 anni cambia vita come a 25 anni si converte San Francesco d’Assisi. Accetta tutto con umiltà e quando scoprono in lui il dono della predicazione,sarà capace di parlare del Vangelo alla gente fino a dodici ore di fila. Quando vivi con Cristo è Lui stesso che guida la tua vita; se vivi con Lui, Gesù ti sta vicino, se non pecchi per rispetto a Lui, ti dona grazie, se parli di Lui ti dona ricchezze e pregi, se resti povero ed umile per Lui, perchè riconosci che è Lui che ti guida, allora ti premia ancora di più. Fernando che si fa Antonio, che per amore di Gesù sceglie il noce come dimora, che fa di Gesù il motivo del suo"quotidiano", lo scopo per cui preghi e parli, così Antonio si pone a modello da imitare. O grande Sant’Antonio, noi che ci rivolgiamo a te per sospirate grazie,concedici di conoscere sempre più quel Gesù che tanto hai amato; aiutaci a capire le tue scelte, i tuoi propositi; aiutaci a capire sempre di più che Dio è l’alfa e l’omega della vita. Sveglia in noi il desiderio d’amare e capire che solo attraverso la carità saremo capaci di sorridere a Gesù e saremo felici quando avremo fatto del bene portando anime a Cristo. Tu grande Taumaturgo se sei capace di guarire le nostre malattie potrai certamente rispondere a questo nostro desiderio. Hai fatto questo per tanti anni della tua nobile vita; oggi come nel 1220 servono principalmente questi miracoli. Abbiamo bisogno di rinnovarci nello spirito, di vivere con Cristo e per Cristo, con amore e per l’amore, con carità e per la carità, con gli altri e per gli altri, abbiamo bisogno di ritornare semplici di essere sinceri perchè nella vita se inganniamo gli altri non facciamo loro del bene. O servo del Signore, come è bello capire che l’umiliazione, che potrebbe essere per noi materiali una offesa enorme, sia invece "perfetta letizia" ai piedi della Croce del Signore. Grazie Sant’Antonio perchè cercando la semplicità ed il servizio ci hai fatto capire il desiderio di farsi ultimi per essere più vicino a Cristo, di spogliarsi di sé per farsi "prossimo", di rinunciare a qualcosa per godere dell’amore di Cristo povero e Crocifisso. Com’è bello avere il cuore che pulsa al suo posto e geme per dare amore. Tu stesso indicasti nella cassa del tesoro il luogo dove si era rintanato il cuore dell’avaro morto. Illumina tutti noi affinchè questo cuore non vada a nascondersi tra le ricchezze che prima o poi "vanno a finire" e resti sempre animato dall’amore e dalla bellezza di Dio che mai scomparirà. Ecco la perfetta letizia, la gioia che non finisce mai, la felicità senza tramonto. Affidiamoci a Lui come hai fatto tu e Lui farà in noi cose grandi, magnificandoci.Il pensiero corre diritto a tanti giovani che nei giorni della festa hanno trovato una gioia breve in giostre e svaghi, ricadendo poi nel buio, nel pessimismo,nelle domande senza risposta, nell’egoismo. La festa di Sant’Antonio sia per loro un momento di riflessione: "Se Francesco ed Antonio hanno capito che il desiderio materiale era la causa della loro infelicità, allora posso fare come loro per cercare la perfetta letizia, colui che dà la gioia, oggi e per sempre. Solo Gesù potrà darmi luce come l’ha data a questi splendidi Santi, solo affidandomi a Lui con cuore sincero, potrò amarLo sempre più, rispettarLo e servirLo.

 

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BEATO BELLUDI