ASSISI
“le vie di San Francesco e Santa Chiara”
1 Gennaio 2011
Ore 23 Partenza da Piazza della Repubblica -
Arrivo Ore 8.00 ad Assisi e sist.presso l’Hotel Posta Panoramic tel 075 / 812558
.
2° giorno 2 Gennaio - Assisi
Ore 9.30 Visita del Vescovado – Visita Casa San Francesco
Ore 12.15 passeggiata libera per Assisi
Ore 13.00 Pranzo
Ore 15.15 Visita Chiesa San Paolo
Ore 16.00 Visita Basilica di San Francesco
Ore 19.30 Rientro Ore 20 cena
Ore 21.30 ASSISI di notte e MUSICAL CHIARA DI DIO ( facoltativo e a pagamento €10)
3° giorno 3 Gennaio
Ore 7.45 colazione - Ore 8.30 Visita alla Basilica di Santa Chiara
Ore 9.30 visita della Basilica di SANTA MARIA DEGLI ANGELI dove all’interno è conservata la Chiesetta della PORZIUNCOLA – Momento di raccoglimento per il PERDONO DI ASSISI - visita del Santuario di Rivotorto (Tugurio) –
Ore 12.45 Pranzo.
Ore 14.15 Partenza Cascia ,ore 16.30 arrivo a Cascia e visita del Santuario di Santa Rita Ore 18.30 Partenza per Assisi
4° giorno 4 Gennaio
Ore 7.45 colazione - Ore 8.30 Visita alla Basilica di San Francesco e Santa Messa
Ore 11.00 Mattinata libera.
Ore 12.45 Pranzo.
Ore 14.45 Partenza per EREMO delle CARCERI e SAN DAMIANO .visita del Santuario di San Damiano e recita del Vespro.
Ore 18.30 Partenza per Assisi
5° giorno 5 Gennaio
Ore 7.45 colazione – Ore 8.30 Visita Chiesa di Santo Stefano e Chiesa di san Pietro
Ore 11 Mattinata libera –Ore 12.30 Pranzo Ore 14 partenza per Lamezia Terme
LA PORZIUNCOLA : La cappella è situata in una zona zona denominata "Portiuncula". Rimasta per lungo tempo in stato di abbandono, viene restaurata da San Francesco. Egli qui comprende chiaramente la sua vocazione e qui fonda l'Ordine dei Frati Minori nel 1209, affidandolo alla protezione della Vergine Madre di Cristo, cui la chiesina è dedicata. Dai Benedettini ottenne in dono il luogo e la cappella per farne il centro della sua nuova Istituzione.Il 28 marzo 1211, Chiara di Favarone di Offreduccio vi riceve dal Santo l'abito religioso, dando inizio all'Ordine delle Povere Dame (Clarisse).Nel 1216, in una visione, Francesco ottiene da Gesù stesso l'Indulgenza conosciuta come "Perdono di Assisi", approvata dal Papa Onorio III. Condizioni per acquistare l'indulgenza : 1) Visita al Santuario con la recita di un Pater e Credo; 2) Confessione sacramentale e S. Comunione;3) Preghiera secondo l'intenzione del Sommo Pontefice (per esempio Pater, Ave e Gloria).I pellegrini possono ottenere l'indulgenza tutti i giorni dell'anno. Alla Porziuncola, che fu ed è il centro del francescanesimo, il Poverello raduna ogni anno i suoi frati nei Capitoli (adunanze generali), per discutere la Regola, per ritrovare di nuovo il fervore e ripartire per annunciare il Vangelo nel mondo intero. NEL LUOGO DEL TRANSITO : San Francesco trascorre qui gli ultimi giorni della sua vita e deposto nudo sulla nuda terra, vi muore la sera del 3 ottobre 1226,
SAN DAMIANO : luogo della conversione di
Francesco, nel quale il Santo ascoltò la voce del Crocifisso: “Va’ e ripara la
mia casa”. Egli restaurò la chiesa e vi adattò il monastero per Santa Chiara.
Due anni prima di morire, vi compose il Cantico delle Creature.
A San Damiano, Santa Chiara per 42 visse e vi morì, dopo aver ottenuto dal Papa
l’approvazione della sua Regola.Proprio a San Damiano si snodano tutti gli
episodi della sua vita penitente e nascosta.Il minuscolo coro, dove le prime
sorelle si riunivano per la preghiera in comune.
L'oratorio di santa Chiara: è il luogo - decorato da affreschi della fine del
Trecento - praticato da lei inferma. A lato dell'altare sulla sinistra, in un
incavo nella parete, è il luogo dell'Eucaristia. da qui, la Santa, malata,
prostrata dinanzi al Santissimo Sacramento e "fattasi trascinare" dalle
consorelle sino all'uscio del refettorio, con l'Eucaristia in mano, respinse
coraggiosamente i Saraceni di Federico II nel settembre del 1240, liberando il
monastero e la città di Assisi.Il dormitorio di Santa Chiara: uno spoglio e
disadorno stanzone nel quale le prime sorelle prendevano il loro riposo, distese
su giacigli di paglia. Da qui, la Santa, nella notte di Natale del 1252, per
singolare prodigio, potÈ vedere le sacre funzioni celebrate nella chiesa di san
Francesco in Assisi. Per questo singolare episodio, la Santa è stata dichiarata
"patrona della televisione". Qui Chiara morì la sera dell'11 agosto 1253, dopo
aver difeso il diritto di poter rimanere povera come Gesù e come le aveva
insegnato Francesco.
Il refettorio: il luogo ove la santa e le sue compagne consumavano i loro pasti
frugali e che fu teatro di numerosi episodi mirabili.
Accanto alla semplice chiesetta, dal lontano 1260 si perpetua la presenza di una
comunità di Frati minori.
Il convento, dopo la soppressione italiana, fu riscattato da Lord Ripon nel
1879, e ceduto in proprietà alla Curia Generalizia dei Frati Minori nel 1983.
Attualmente è sede di Noviziato.
EREMO DELLE CARCERI : L’Eremo delle Carceri è un antico romitorio posto ad 800 metri di altezza, sulle pendici del monte Subasio. È immerso nel cuore di una verde boscaglia, a circa cinque chilometri da Assisi. Il Santuario si è sviluppato lungo i secoli attorno alla grotta di San Francesco e alla Cappellina di Santa Maria, che viene fatta risalire al tempo del Santo. In questo luogo Francesco si ritirava in contemplazione per riservare a sÈ stesso alcuni periodi di più intensa preghiera insieme ai primi seguaci. L’edificio addossato alla roccia del monte è stato ampliato lungo i secoli, con la fantasiosa inventiva e creatività dei poveri. Il nome “de carceribus” gli viene dai tuguri simili a carceri dove, dapprima gli eremiti, e poi Francesco ed i suoi compagni, conducevano una vita austera, come segregati dal mondo. Questo luogo venerabile e sacro, di infinita bellezza, ci fa scoprire soprattutto quanto il Santo fosse naturalmente portato alla preghiera prolungata e alla solitudine, abitate unicamente dal mistero di Dio.
SANTA CHIARA :Questa Basilica è la chiesa che
la fede popolare ha voluto innalzare in onore della prima e più fedele discepola
di san Francesco: santa Chiara di Assisi.Fu iniziata nell'anno 1257, dopo
quattro anni dalla morte della Santa e a due anni dalla sua canonizzazione. La
Basilica fu terminata nel 1265 ed il corpo di Chiara venne deposto sotto
l'altare maggiore del Tempio, il 3 ottobre dello stesso anno.
Sorge dove si trovava l'antica Cappella di San Giorgio, che fu il luogo della
prima sepoltura di Francesco (fino al 1230) e di Chiara (fino al 1260).
L'interno della Basilica si presenta nella sua struttura gotica, con una unica
navata a quattro campate. Sopra l'altare maggiore campeggia la splendida croce
sagomata (1255-1260), realizzata dal pittore Benvenuto da Foligno. Ai piedi del
Cristo, san Francesco e santa Chiara adorano il Figlio di Dio. Nel lato destro
del transetto, dietro l'altare, è collocata una grande tavola del 1283, dello
stesso Benvenuto da Foligno, in cui emerge la figura di Chiara, attorniata da
otto scene della sua vita. Ma il luogo più prezioso è certamente l'Oratorio del
Crocifisso, in cui è gelosamente custodito il Cristo bizantino (opera di un
pittore assisiate della metà del XII secolo), che nel 1206, nella chiesetta di
San Damiano, parlò al giovane Francesco, determinandone la conversione e la
missione di tutta la sua vita.
Dalle scale, situate a metà Basilica, si accede alla Cripta, realizzata nella
seconda metà dell'Ottocento e recentemente restaurata. Qui sono custodite alcune
preziose reliquie e soprattutto le spoglie mortali di santa Chiara, ritrovate il
23 settembre 1850.
Accanto alla Basilica, da oltre settecento anni, vive una comunità di Clarisse,
che continua ad essere segno di una amore per Dio e per i fratelli vissuto nella
gioiosa sequela del Cristo povero e crocifisso.Il servizio in Basilica è invece
garantito dai Frati minori.
CHIESA NUOVA : Il Santuario nasce sul luogo in cui si trovava la casa paterna di san Francesco. La chiesa è dedicata alla conversione del Poverello di Assisi (S. Franciscus conversus): infatti in essa si trova il sottoscala nel quale Pietro di Bernardone avrebbe rinchiuso il figlio dopo la fuga a Foligno per vendere stoffe e riparare con il ricavato la chiesa di san Damiano. È possibile visitare anche il fondaco dove il giovane Francesco si impegnava con il padre nell’esercizio della mercanzia. Le finestre sono impreziosite con vetri istoriati realizzati dal frate minore p. Alberto Farina (1975). Sulla piazzetta antistante la Chiesa, sono state collocate due statue dello scultore Joppolo che raffigurano i genitori di san Francesco, il cui ricordo viene celebrato la seconda domenica di settembre di ogni anno, con la "Festa della famiglia di Francesco". Nel convento di Chiesa Nuova è stata collocata una importante biblioteca storico-francescana che raccoglie numerosi manoscritti (codici miniati, bolle papali, cronache), incunaboli e cinquecentine. Ospita un piccolo museo di oggetti francescani sistemato in quella che fu l'abitazione del pittore assisano Tiberio Diotallevi (1500).
CIMABUE e GIOTTO La Basilica Superiore nel 1272 è affrescat dal
CIMABUE .Se in lui altrove era indubbia l'influenza bizantina, nei fondi d'oro e
nelle lumeggiature delle vesti e nell'impostazione statica frontale di alcune
figure, ad Assisi questa impostazione lascia posto ad un nuovo modo di sentire e
soprattutto ad una nuova impostazione tecnico artistica.
Certamente egli fu colpito profondamente dalla patetica arte di Giunta Pisano
espressa nei Crocifissi che da trionfanti diventano sofferenti; per questo la
rappresentazione si impregna di una realtà che va al di là della nostra piccola
vicenda umana e scava nello spazio una profondità che mette in risalto il rigore
quasi plastico delle figure su cui si incentra la sua attenzione. Questo rigore
è creato innanzi tutto da una linea che distacca dal fondo e che con
lumeggiature particolari, non ancora giochi chiaroscurali, evidenzia figure ed
oggetti.
GIOTTO fu chiamato ad Assisi dai Francescani dopo che per loro aveva creato la
Maestà per la bella Chiesa d'Ognissanti e per sempre rimarrà legato all'Ordine
fino alla morte. I critici sono incerti sulla data dei lavori giotteschi della
Basilica Superiore. Il Vasari parla nelle "Vite" degli anni 1296 - 1304, mentre
sappiamo che in tale anno è già tutto assorbito per gli affreschi della Cappella
degli Scrovegni di Padova.Il ciclo di Assisi abbina due meraviglie:
quella della vera prima narrazione prosastica di una vita di S. Francesco in un
ritmo continuo narrativo e quella dell'arte di Giotto: "clel ritrarre bene, di
naturale, le persone vive come dirà il Vasari. Non basta. Giotto doveva
necessariamente sintetizzare il messaggio umano cristiano di Francesco:
semplicità, rispetto di ogni creatura e penetrazione dei suo essere e dei suo
messaggio in comunione con l'uomo; amore della creazione come opera di Dio e
come scala per ritornare alla sua contemplazione: perdono in senso orizzontale e
verticale per ristabilire l'armonia dentro cui l'anima degli uomini può trovare
la pace e la gioia.Le pitture di Giotto destinate a colpire vivamente la
fantasia popolare hanno il carattere dell’immediatezza narrativa e di plastica
evidenza. Le scene si affiancano ciascuna con un evidentissimo centro
compositivo di chiara impostazione drammatica con personaggi psicologicamente
ben definiti, con forte rilievo plastico e con efficace e geniale evidenza
pittorica. Il cosiddetto naturalismo di Giotto ebbe buon gioco in queste pitture
che avevano il compito di narrare di commuovere colpendo direttamente la
semplice fantasia popolare senza sottigliezze dottrinali e senza astrattezze
allegoriche.Il pennello di Giotto segue fedelmente nella narrazione la vita
scritto da S. Bonaventura. Nella Cripta, San Francesco è più vivo che
mai, poiché a Lui salgono da ogni angolo della terra milioni di pellegrini di
ogni razza e continente. La luce che parte dalla sua Tomba benedetta è un
continuo richiamo agli uomini smarriti per le vie del mondo alla ricerca di un
po’ di pace. Sembra di vederla ancora la tormentata immagine del Santo di Assisi
adergersi in un nimbo di luce, tendere al mondo le mani stigmatizzate e ripetere
a tutte le creature il suo saluto serafico di «Pace e bene»! San Bonaventura lo
chiamava il banditore di pace perché annunciava pace in ogni predica, auspicava
pace in ogni saluto, sospirava l’ineffabile pace dell’estasi negli istanti di
contemplazione. Ben possiamo dirlo ora cittadino di quella Gerusalemme, per la
quale il Salmista, uomo della pace, pacifico dinanzi a coloro che la pace
odiarono, cantava: «Chiedete pace per Gerusalemme» (S. Bonaventura). Qui, nel
rozzo sarcofago di sasso, contenuto nel pilastro eretto al centro del vano a
crociera, è il Sacro Corpo del Poverello. In quel punto lo nascose, integro,
Frate Elia, nel 1230, rendendolo inaccessibile a qualunque possibile
violazione.Nel 1818, dopo 52 notti di lavoro, i Frati del sacro Convento,
autorizzati da Pio VII, giungevano col piccone a rimettere in luce il prezioso
Tesoro che fu racchiuso in un’urna di bronzo sigillata della Santa Sede; nel
1820 fu aperta la vasta cripta, scavata nella viva pietra; 1932 su disegno dell’Arch.
Ugo Tarchi venne realizzata l’attuale sistemazione, in luogo di quella
neoclassica dell’800. Nelle nicchie – agli angoli del vano – sono state
sistemate le tombe di quattro discepoli del Santo: Fra’ Leone, Fra’ Masseo, Fra’
Rufino, Fra’ Angelo, originariamente sepolti nella Chiesa inferiore; mentre nel
punto di congiunzione delle due scale che conducono alla cripta, sono i resti
della Nobil Donna romana Jacopa de’ Sottesoli, devota benefattrice del Santo, il
quale era solito chimarla Frate Jacopa.Tra il 24 gennaio – 4 marzo 1978 ha avuto
luogo la seconda riesumazione delle reliquie ossee del Santo, autorizzata dal
Papa Paolo VI.
Santa Rita nacque nel 1381 e morì il 22 maggio 1457.
Queste due date tradizionali vennero accettate dal papa Leone XIII quando la
proclamò Santa il 24 maggio 1900. Rita, figlia unica di Antonio Lotti e Amata
Ferri, nacque a Roccaporena ( circa 5 chilometri da Cascia ) e fu battezzata a
Cascia con il nome di Margherita. I genitori erano pacieri di Cristo nelle lotte
politiche e familiari fra guelfi e ghibellini; diedero il meglio di sè
nell'educazione di Rita, insegnandole anche a leggere e scrivere.Verso i sedici
anni Rita sposò Paolo di Ferdinando Mancini, giovane ben disposto, ma
“risentito”; ben presto ebbe due figli maschi. Con una vita semplice, ricca di
preghiera e di virtù, tutta dedita alla famiglia, ella aiutò il marito a
convertirsi e a condurre una vita onesta e laboriosa. La sua esistenza di sposa
e di mamma fu sconvolta dall'assassinio del marito, vittima dell'odio tra le
fazioni.
Rita riuscì ad essere coerente con il Vangelo, perdonando pienamente, come Gesù,
chi le stava procurando tanto dolore. I figli, invece, influenzati dall'ambiente
e dai parenti erano tentati dalla vendetta. La mamma, per evitare che si
rovinassero umanamente e spiritualmente, chiese a Dio piuttosto la loro morte
che saperli macchiati di sangue; entrambi morirono di malattia in giovane età.Rita,
vedova e sola, pacificò gli animi e riconciliò le famiglie con la forza della
preghiera e dell'amore; quindi potè entrare nel monastero agostiniano di santa
Maria Maddalena a Cascia, ove visse per quarant'anni, servendo Dio ed il
prossimo con una generosità gioiosa e attenta ai drammi del suo ambiente e della
Chiesa del suo tempo.
Negli ultimi quindici anni Rita ebbe sulla fronte la stigmata di una delle spine
di Cristo, completando così nella sua carne i patimenti di Gesù.
Fu venerata come santa subito dopo la sua morte come è attestato dal sarcofago
ligneo e dal Codex Miraculorum, documenti che sono entrambi del 1457.
Le sue ossa dal 18 maggio 1947 riposano nel Santuario nell'urna di argento di
cristallo eseguita nel 1930. Recenti ricognizioni mediche hanno affermato che
sulla fronte a sinistra vi sono tracce di una piaga ossea aperta ( osteomielite
). Il piede destro ha segni di una malattia sofferta negli ultimi anni, forse
una sciatalgia, mentre la sua statura era di cm 157. Il viso e le mani ed i
piedi sono mummificati, mentre sotto l'abito di suora agostiniana vi è l'intero
scheletro.
Madre Speranza, primogenita di 9
fratelli, nacque il 29 settembre 1893 ; Le fu imposto il nome di María
Josefa, forse per attenzione alla nonna paterna che portava questo nome. Nella
povertà più assoluta, in un appartamento di Calle Velázquez 97, la notte di
Natale del 1930 ha inizio, in forma privata, la nuova fondazione delle Ancelle
dell'A.M..Asociación de Esclavas del Amor Misericordioso".
Nell'aprile del 1931 poté aprire il primo Collegio, sempre in Madrid, e a questo
seguiranno, con un ritmo impressionante per una Associazione appena sorta,
numerose fondazioni in altre parti di Spagna. Si dedicò anche ad assistere
malati bisognosi a domicilio e ad accogliere anziani ed handicappati. Allo
scoppio della guerra civile (1936) l'Associazione già contava nove case. In
ognuna di esse, Madre Speranza voleva regnasse una particolare attenzione ai più
poveri, a quelli che non potevano pagare, ed un clima di vera famiglia dove il
cibo delle suore non poteva essere diverso da quello dei bambini e, se c'era
qualcosa di più buono, era per questi ultimi.Presso il Santuario, Madre Speranza
fissò la sua residenza e qui visse fino al giorno della sua morte: 8 febbraio
1983. Aveva lasciato scritto questo suo desiderio: "Supplico i miei Figli e le
mie Figlie che, di comune accordo, mi vogliano concedere una grazia da me tanto
desiderata e precisamente: se il buon Gesù mi concede di poter consumare la mia
vita qui, vicino al Suo Santuario, io vorrei che Voi lasciaste i resti di questa
povera creatura il più vicino possibile a questo Santuario perché desidero che
si consumino vicino ad esso come fortunatamente si sta consumando tutta la mia
vita a servizio del medesimo". La sua salma è tumulata nella Cripta del
Santuario dell'A.M. per la benevolenza della Chiesa e per il riconoscimento da
parte dello Stato italiano delle particolari benemerenze di Madre Speranza.
PORZIUNCOLA | MADRE SPERANZA | SANTA RITA DA CASCIA | MIRABILANDIA |