Pagina ideata e curata da Giampiero Scarpino Ideatore e webmaster di AMICI FRANCESCANI  portale nato nel 2002

 

MIRACOLI DI SANT'ANTONIO

 "Poichè stretta è la via ed il sentiero

ed angusta la porta per la quale ci si

incammina e si entra nella vita,

pochi sono quelli che la percorrono

e vi entrano e ,se pure vi sono di quelli

che per un poco di tempo vi camminano,

pochissimi perseverano in essa.

Beati però quelli cui è concesso di

camminare per questa via

e di perseverarvi fino alla fine."

(dal"TESTAMENTO" di Santa Chiara)

Carlo Acutis internet e la nostra pagina web

Pronti per commentare la lunga diretta della Processione di Sant'Antonio .Dalle ore 17 per le strade della città e nelle nostre case . Dalle ore 17 in streaming in tutto il mondo per con il nostro unico Sant'Antonio con il vestito dei frati minori cappuccini. Nel commento cercherò di farvi rivivere le emozioni di Fernando di Buglione. Fernando nasce a Lisbona il 15 Agosto 1195 da famiglia ricca ed aristocratica . In gioventù fu valido condottiero,fu innamorato,fu un bravo studente. Ad un certo punto decide di farsi sacerdote ed entra nel Monastero dei canonici Regolari di Coimbra in Portogallo. L'arrivo dei francescani in  Portogallo cambieranno la vita del sacerdote Fernando . Conosce i frati poveri dell'ordine creato da francesco di Assisi giunti al suo Monastero per chiedere l'elemosina. Fa amicizia con loro , condivide parte della vita quotidiana e poi  li vede partire per il Marocco. Partivano  per quella terra non facile  per fare opera di apostolato. Vengono uccisi ed i loro corpi rientrano a Coimbra . Fernando resta segnato da questa esperienza,l'ascia l'abito ricco dei canonici regolari e veste la tonaca povera di francesco a forma di Tau. Non finisce qui, cambia nome in Antonio, da Sant'Antonio Abate monaco eremita. Il tutto avviene nel Chiostro di Coimbra, Santa Cruz, il sacerdote Fernando resta fulminato dal saio di Francesco. Il giovane ricco di Assisi si fa povero per amore di Cristo, il giovane ricco sacerdote di Lisbona lo segue in tutto il suo esempio ricevendo il messaggio d'amore. Dopo aver abbracciato l'ordine francescano decide di partire per il Marocco dove c'è tanto da convertire al Cristianesimo a costo della vita. L'uomo nuovo Antonio parte per il Marocco ma la volontà di Dio non era quella. Antonio si ammala e appena può riparte per il Portogallo. Una tempesta travolge la nave su cui viaggia e lo consegna naufrago alla nostra Italia, in Sicilia . Qui inizia la Sua vera storia francescana,una storia che lo porterà anche a Nicastro. Un primo messaggio d'amore per i nostri tempi: mettersi al servizio, mettersi in ascolto,essere non apparire,amare,donarsi,dare valore alla propria unica vita. Antonio intraprende il viaggio di ritorno nell'inverno del 1221. A causa di una forte tempesta,il veliero sul quale viaggia raggiunge la costa siciliana tra Milazzo e Messina. Secondo la gtradizione il veliero sarebbe naufragato a Capo Milazzo il 27 marzo 1221, in quella baia che oggi prende nome Sant'Antonio. da questa baia ora e per sempre tutto parlerà di Antonio. Ha 26 anni , è sacerdote, è frate francescano ed è portoghese che dovrà imparare bene la nostra lingua perchè è un predicatore e la Sua Lingua  rivestirà a breve un ruolo importantissimo per Antonio. Il frate viene soccorso da alcuni pescatori del luogo e riparato in una grotta. Questo luogo diventerà una chiesa dedicata al santo. recuperate le forze Antonio raggiunge il convento dei frati a Messina.Alcuni di loro sono in partenza per Assisi. Francesco aveva convocato il primo capitolo dei frati francescani detto capitolo delle Stuoie. Antonio decide di mettersi in cammino, a piedi, destinazione Assisi. Vuole assistere al capitolo generale convocato da Francesco e chissà, conoscerlo pure. E qui la storia diventa affascinante con Antonio che naviga verso la nostra Calabria. Attraverserà Reggio calabria, Catona, Melia, Melicuccà,Palmi,Gioia Tauro,Mileto,Vibo Valentia,Pizzo, San Pietro a Maida, Lamezia Terme,Martirano,Rogliano,Cosenza,Montalto Uffugo,San Marco Argentano,Tarzia,Spezzano Albanese e Castrovillari. Antonio transita da Nicastro e qui inizia una bellissima storia d'amore tra la città ed il Santo . Il 27 Marzo 1638 un terremoto rade al suolo la città e l'intervento miracolo di Antonio fa si che molti abitanti del territorio possano salvarsi. Il 27 Marzo 1221 Antonio naufrago in Silicia, il 27 Marzo 1638 il terremoto , il 27 Marzo 2022 Papa Francesco prega da solo in Piazza San Pietro.

800 anni fa Antonio attraversa Nicastro per recarsi ad Assisi.

Commento di Giampiero Scarpino

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TREDICI STELLE"Coro Frate Sole"dirige Sara Saladino-organo Piero Apa"

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Il Predicatore Tredicina 2024  Fr. Piergiorgio Taneburgo ofm cap

«Ecce crúcem Dómini, /fúgite partes advérsæ, /vicit Leo de tribu Iuda, /Radix David! Allelúia!»

Antonio e " IL MONACO CHE VINSE L'APOCALISSE"  film in uscita nel 2025 Gioacchino . La terza età dello Spirito,l'età di oggi.

«Ecco la croce del Signore.Fuggite, nemici. Ha vinto il Leone della tribù di Giuda,il Germoglio di Davide. Alleluia». Una piccola preghiera, una giaculatoria, un’esortazione pia, diventata celebre come «il motto di Sant’Antonio», o il «breve esorcismo di Sant’Antonio», alla base di una forte devozione popolare. Arnaldo da Serrano scrive la «premessa» nel 1370, nel capitolo 52 del “Liber Miraculorum” . Tratta la biografia del Santo presa dal francescano Giovanni Rigaldi,appresa da fra Pietro di Raimondo nel 1293. Il racconto riferisce di come Sant’Antonio, con una piccola pergamena che riportava le parole sopra citate, liberò una donna di Santarem, in Portogallo. Una donna devota ma peccatrice,con il demonio che la tentava al suicidio. Antonio le apparve in sogno mentre si era addormentata in Chiesa ove si era fermata, tentata dal suicidio. Antonio le avrebbe detto: «Alzati, o donna, e custodisci questo biglietto; grazie ad esso verrai guarita dalla vessazione del demonio». Svegliatasi la donna si accorse di avere al collo un foglio di pergamena, sul quale era scritta la breve di Sant'Antonio. Subito la tentazione l’abbandonò. Dal 1586 la "Breve" è scolpita alla base dell’obelisco fatto erigere da Sisto V, Papa francescano, in piazza S.Pietro a Roma.

 guarda il film su Mediaset Infinity - Sant'Antonio di Padova  

discorso sugli usurai S.Antonio di Padova da 1 ora e 17 in poi

Le fatiche della Quaresima logorano un fisico già provato. Dopo Pasqua accetta di ritirarsi con altri confratelli a Camposampiero (paese a pochi chilometri da Padova) presso l’ospitalità del Conte Tiso. Chiede però che gli venga adattato un semplice rifugio sopra un grande albero di noce, dove trascorre le giornate in contemplazione con Dio e in dialogo che le genti umili del borgo di campagna. E’ durante questo soggiorno che Gesù,nell’aspetto di bambino, lo visita e dialoga con lui, come il conte Tiso potrà testimoniare.Un venerdì – è il 13 giugno 1231 – viene colto da malore. Deposto su  un carro trainato da buoi, viene trasportato a Padova, dove lui stesso chiede di poter morire. Giunto però all'Arcella, un borgo alle porte della città, mormorando le parole "Vedo il mio Signore", spira all’età di circa 36 anni.qualche giorno, con solenni funerali, Antonio viene sepolto a Padova, presso la chiesetta di Santa Maria Mater Domini, il suo rifugio spirituale nei periodi di intensa attività apostolica.Un anno dopo la morte, la devozione dei padovani e la fama dei tanti prodigi compiuti convincono papa Gregorio IX a ratificare rapidamente la canonizzazione e a proclamarlo Santo il 30 maggio 1232, a soli 11 mesi dalla morte. La Chiesa poi nel 1946 proclama sant’Antonio di Padova "dottore della chiesa universale", col titolo di Doctor evangelicus.Sant'Antonio predica ai pesci a Rimini . L' area naturale della valle del Savuto è un cuore di emozioni antiche racchiuse da una vegetazione splendidamente insolente. La natura mediterranea, tra boschi e borghi antichi, disegna una valle incontaminata incurvandosi a nord tra le propaggini della città di Cosenza, ad est sfiorando i primi monti della Sila Piccola e ad ovest i Piani di Altilia.A dare nome e identità a un territorio forte, aspro, tortuoso a tratti, ma anche dolce e piano con percorsi sempre diversi e di una bellezza rilassata e potente insieme, è il fiume Savuto, conosciuto anticamente dai greci con il nome di Ocinarus e chiamato poi dai romani Sabbatus. Il Santo decise di attraversare tutta l’Italia a piedi per incontrare Francesco di Gaspare Stumpo :Quello religioso è una forma di turismo il cui obiettivo è comprensibilmente legato alla visita di santuari, monasteri, chiese, eremi e percorsi sacri. Un’esperienza di fede in costante crescita che coinvolge oltre 300 milioni di persone nel mondo, cinque milioni in Italia. Spiritualità ma anche ambiente, arte e cultura seguendo itinerari in grado di garantire relax e nello stesso tempo conoscenza, sapere e contemplazione, espressione di un sistema “lento” e per questo meno evanescente ma certamente carico di significato e qualità. Una scelta alternativa, occasione di riflessione, riscoperta e arricchimento personale. Di tendenza oggi i cosiddetti ‘cammini’ verso luoghi simboli della religione. Percorsi affascinanti, più o meno lunghi, “disegnati” tra valli e pianure, mari e monti, borghi e città. Come il ‘Cammino di Sant’Antonio’, un progetto voluto dai frati della Basilica di Padova, sostenuto dall’associazione ‘Il Cammino di Sant’Antonio’ che riprende il percorso compiuto nel 1221 (da Capo Milazzo a Padova attraverso Assisi e da Padova a Gemona del Friuli dove è sorta la prima chiesa a Lui dedicata). Incluso nel tratto meridionale, l’itinerario calabrese è il più lungo da attraversare: dallo Stretto al Pollino, per un totale di alcune centinaia di chilometri. Sei tratte suddivise in più tappe alla cui stesura hanno contribuito il Masci (da Reggio a Palmi) e l’Agesci (da Palmi a seguire). L’itinerario è stato realizzato tenendo conto di due località in cui è risultato certo il passaggio del Santo all’estremo lembo della Penisola: Pizzo e San Marco Argentano. Oltre cinquanta, in totale, le Comunità interessate lungo un tracciato che in parte, verosimilmente, coincide con quello della Via Popilia, l’antica “Capua – Regium” costruita dai romani nel 132 a.C. La nave che lo trasportava assieme al confratello Filippino fu spinta da una tempesta lungo le coste della Sicilia, nei pressi di Messina. Sbarcato sull’isola decise di risalire l’Italia (a piedi) per incontrare Francesco che in occasione della Pentecoste aveva deciso di aprire un nuovo Capitolo generale. Sarà la svolta per Antonio, chiamato a viaggiare e a predicare in un momento storico certo facile per la Chiesa a causa dei movimenti eretici sorti  in Europa, prima della morte avvenuta il 13 giugno 1231.
ERETICO-MIRACOLO MULA NEONATO CHE PARLA Sant'Antonio fa parlare un neonato perchè attesti la fedeltà della madre ingiustamente sospettata da un marito geloso. TOMMASINO-PANE POVERI S.ANTONIO FIGLIO-MAMMA-PIEDE RIATTACATO
  CUORE DELL'AVARO EZZELINO LIBERAZIONE DI PADOVA    LA PREDICA AI PESCI - RIMINI VISIONE ANTONIO  BAMBINO            una sera il conte Tiso si reca nella stanza di Antonio. Dall'uscio vede una grande luce e vede Antonio con in braccio Gesù Bambino
BILOCAZIONE FRUMENTO CALPESTATO CIBO AVVELENATO CAPELLI STRAPPATI

 

Mieacolo moglie pugnalata per gelosia

PIOGGIA INTORNO

MIRACOLI SANTO ED EX VOTO

PREGHIAMO SULLA TOMBA

cammino

 cammino/tappe/

DAL NAUFRAGIO A NICASTRO

CAMMINO COSENZA

BREVE DI SANT'ANTONIO "Ecce Crucem Domine, fugite partes adverse,vicit leo de tribu iuda, radix David Alleluia"

Sequeri - Se tu cerchi Miracoli Responsorio antico per invocare il santo,scritto dal suo confratello Giuliano da Spira e recitato per ritrovare oggetti perduti . Antonio è ritenuto protettore di chi cerca cose smarrite.

Coimbra, i francescani bussano al convento ,la loro fede tocca il cuore di Fernando FRATI COIMBRA

Coimbra da Fernando ad Antonio  : FERNANDO DIVENTA ANTONIO

Dal Portogallo al naufragio in Sicilia : NAUFRAGIO IN SICILIA

 Trailer  film Antonio da Padova TRAILER FILM SANT'ANTONIO

IL CONVENTO DI SANT'ANTONIO

di Filomena Stancati e Lucio Leone

gigliotti editore

Sant'Antonio e il Miracolo della Mula -Domenico Beccafume-Museo de Louvre

 

Cappella del Santuario della Verna, luogo dove dimorò Sant'Antonio nel 1230. Il 16 Settembre 1224 alla Verna Francesco ricevette le Sacre Stimmate LA VERNA -FRANCESCO-STIMMATE

CANTI nella TREDICINA

 PREGHIERA AL CROCIFISSO

 O alto e glorioso Dio

illumina il cuore mio,

dammi fede retta, speranza certa,

carità perfetta, umiltà profonda.

 O alto e glorioso Dio

illumina il cuore mio

dammi senno e conoscenza

che io osservi i tuoi comandamenti.

  PREGHIERA SEMPLICE O Signore,

fà di me uno strumento della tua pace:

dove c’è odio,ch’io porti l’amore,

dove c’è offesa,ch’io porti il perdono,

dove c’è discordia,ch’io porti l’unione,

dove c’è dubbio,ch’io porti la fede,

dove c’è errore,ch’io porti la verità.,

dove c’è disperazione,ch’io porti speranza,

dov’è tristezza,ch’io porti la gioia,

dove sono le tenebre,ch’io porti la luce.

O Maestro,fa ch’io non cerchi tanto:

di essere consolato,ma di consolare;

di essere compreso,ma di comprendere;

di essere amato,quanto di amare;

Poichè: è dando che si riceve,

perdonando si è perdonati,

morendo si risuscita a vita eterna.

DOLCE SENTIRE

 Dolce sentire come nel mio cuore,

ora umilmente,sta nascendo amore.

Dolce capire,che non son più solo,

ma che son parte di una immensa vita;

che generosa,risplende intorno a me;

dono di lui,del suo immenso amor.

Ci ha dato il cielo e le chiare stelle,

Fratello Sole e Sorella Luna,

la madre terra,con frutti,prati e fiori,

il fuoco,il vento,l’aria e l’acqua pura,

fonte di vita per le sue creature.

Dono di lui,del suo immenso amore,

dono di lui,del suo immenso amore.

Sia laudato,Nostro Signore,

che ha creato l’universo intero.

Sia laudato,Nostro Signore,

noi tutti siamo Sue creature.

Dono di Lui del Suo immenso amore,

beato chi si converte in umiltà.

BENEDIZIONE DI SAN FRANCESCO

 Il Signore vi benedica e vi custodisca.

Mostri il suo volto ed abbia misericordia di voi.

Volga a voi il Suo sguardo e vi dia Pace.

Il Signore vi benedica.

PREGHIERA DI SAN DAMIANO

 Ogni uomo semplice,porta in cuore un sogno,

con amore ed umiltà,potrà costruirlo;

se con fede tu saprai,vivere umilmente,

più felice tu sarai,anche senza niente.

Se vorrai,ogni giorno,con il tuo sudore,

una pietra dopo l’altra,alto arriverai. 

Nella vita semplice,troverai la strada,

che la calma donerà al tuo cuore puro.

E le gioie semplici sono le più belle

sono quelle ch, alla fine,sono le più grandi.

Dài e dài,ogni giorno,con il tuo sudore,

una pietra dopo l’altra,alto arriverai.

PREGHIERA SEMPLICE

 Dio fammi strumento della Tua pace,

dove c’è odio,portare l’amore.

Dove c’è offesa donare il perdono,

dove c’è dubbio infondere fede.

Solo se diamo,riceveremo,

se perdoniamo,avremo perdono,

solo morendo,rinasceremo,

rinasceremo,rinasceremo,

rinasceremo,rinasceremo

LAUDATO SII,SIGNORE MIO

 Laudato sii,Signore mio(4 volte).

Per il sole di ogni giorno,

che riscalda e dona vita,

egli illumina il cammino,

di chi  cerca te Signore.(RIT)

Per la luna e per le stelle,

io le sento mie sorelle

le hai formate su nel cielo

e le doni a chi è nel buio.(RIT)

Per la nostra madre terra,

che ci dona fiori ed erba,

su di lei noi fatichiamo,

per il pane di ogni giorno.(RIT)e perdona nel Tuo amore,

Per chi soffre con coraggio,

 

Tu gli dai la pace Tua,

alla sera della vita.(RIT)

Per la morte che è di tutti,

io la sento ogni istante,

ma se vivo nel tuo amore,dono un senso alla mia vita.(RIT)

 

 

LODI DI DIO ALTISSIMO

 Tu sei santo, Signore Iddio unico, che fai cose stupende.

Tu sei forte, Tu sei grande, Tu sei l’Altissimo.

Tu sei il Re Onnipotente. Tu sei il Padre Santo,

Re del cielo e della terra:

Tu sei trino ed uno, Signore Iddio degli Dei.

Tu sei il bene, tutto il bene, il sommo bene,

Signore Iddio vivo e vero.

Tu sei amore, carità. Tu sei sapienza.

Tu sei umiltà. Tu sei pazienza, Tu sei bellezza.

Tu sei dolcezza, Tu sei sicurezza. Tu sei la pace.

Tu sei gaudio e letizia, Tu sei la nostra speranza.

Tu sei giustizia, Tu sei temperanza,

Tu sei ogni nostra ricchezza.

Tu sei bellezza, Tu sei mitezza.

Tu sei protettore. Tu sei custode e difensore nostro.

Tu sei fortezza, Tu sei rifugio.

Tu sei la nostra speranza.Tu sei la nostra fede.

Tu sei la nostra carità.Tu sei la nostra dolcezza.

Tu sei la nostra vita eterna,grande ed ammirabile Signore,

Dio Onnipotente,misericordioso Salvatore

RENDIAMO GRAZIE A DIO

 Dà,o Signore,la pace ai nostri giorni,

ascolta il grido dei tuoi fedeli

e guidaci,nella via della giustizia.

Benediciamo il Signore!

Rendiamo grazie a Dio!Rendiamo grazie a Dio!

LAUDATO SII,O MIO SIGNORE

 Laudato sii,o mio Signore(4 volte).

E’ per tutte le tue creature

per il sole e per la luna,

per le stelle e per il vento,

è per l’acqua e per il fuoco.(RIT)

Per sorella madre terra,

ci alimenta e ci sostiene,

per i frutti,i fiori e l’erba,

per i monti e per il mare(RIT).

Perchè il senso della vita,

è cantare e lodarti

e perchè la nostra vita,

sia sempre una canzone.(RIT)

E per quelli che ora piangono

e per quelli che ora soffono,

e per quelli che ora nascono,

e per quelli che ora muoiono.(RIT)

 TI SEGUIRO’

 Ti seguirò, ti seguirò, o Signore

e nella tua strada, camminerò.

Ti seguirò nella via dell’amore

e donerò al mondo la vita.

Ti seguirò nella via del dolore

e la tua croce ci salverà.

Ti seguirò nella via della gioia

e la tua luce ci guiderà.

I CIELI NARRANO

(Rit)I cieli narrano la gloria di Dio

  e il firmamento annnunzia   l’opera sua. Alleluia(4 volte)

Il giorno al giorno ne affida il messaggio,

la notte alla notte trasmette notizia,

non è linguaggio,non sono parole,

di cui non si oda il suono.(rit)

Là pose una tenda per il sole che sorge

e come uno sposo dalla stanza nuziale

esulta come un prode

che corre con gioia la sua strada.(rit)

Lui sorge dall’ultimo estremo del cielo

e la sua corsa,l’altro estremo raggiunge

Nessuna delle creature potrà

 mai sottrarsi al suo calore(rit)

La legge di Dio rinfranca l’anima mia

la testimonianza del Signore è verace

gioisce il cuore ai suoi giusti precetti

che danno la luce agli occhi.(rit)

TREDICINA DI S.ANTONIO

1- O glorioso Sant'Antonio ,che hai avuto da Dio il potere di resuscitare i morti,risveglia l'anima mia dalla tiepidezza e ottienimi una vita fervorosa e santa. Gloria al Padre.........Chi ha d'uopo di miracoli,si volga a Sant'Antonio,a cui non può resistere,nè morte nè demonio.

2- O sapiente S. Antonio che con la tua dottrina sei stato luce per la Santa Chiesa e per il mondo,illumina l'anima mia aprendola alla divina realtà. Gloria al Padre......la colpa e la disgrazia,da chiunque egli allontana,la lebbra la più fracida,il più rio morbo ei sana.

3- O  pietoso Santo,che soccorri prontamente coloro che ti invocano,soccorri anche l'anima mia nelle attuali necessità. Gloria al Padre......Il mar più irato acquietasi,si spezza ogni catena,solo che a lui rivolgasi,chiunque si trova in pena.

4 -O generoso Santo,che accogliendo la divina ispirazione,hai consacrato la tua vita al servizio di Dio,fà che io ascolti con docilità la voce del Signore. Gloria al Padre........Se membro v'ha che siaci,inerte oppur mancante,qual pria robusto e vegeto,lo rende in un istante.

5 - O S. Antonio,vero giglio di purezza,non permettere che l'anima mia resti macchiata dal peccato,ma aiutami a vivere nell'innocenza della vita.Gloria al Padre.......Se il vecchio oppure il giovane,perduta ha qualche cosa,tosto gli fa conoscere dove si trova ascosa.

6- O caro Santo,per la cui intercessione tanti infermi ritrovano la salute,aiuta la mia anima a guarire dalla colpa e dalle inclinazioni cattive. Gloria al Padre....

Per lui si svela e dissipa ogni più gran periglio,nè v'ha bisogno o inopia,dov'ei tien fisso il ciglio.

7- O S. Antonio che ti sei prodigato per salvare i fratelli,guidami nel mare della vita e dammi il tuo aiuto perchè possa giungere al porto della salvezza eterna. Gloria al Padre......Lido non v'ha,non popolo,che Antonio non acclami,di grazia un ver prodigio, e come tal non l'ami.

8 - O compassionevole S. Antonio,che durante la vita hai liberato tanti condannati,chiedi per me la grazia che sia sciolto dai legami del peccato e non sia riprovato da Dio per l'eternità. Gloria al Padre....Ma più che ovunque è in Padova,ove il suo nome suona,e ognun dal vecchio al bambolo di sua virtù ragiona.

9 - O Santo Taumaturgo,che hai avuto il dono di ricongiungere ai corpi le membra recise,non permettere mai che io mi separi dall'amore di Dio e dall'unità della Chiesa. Gloria al Padre.........O lingua ognor mirabile,tre volte benedetta, a Dio non men che agli uomini sempre egualmente accetta.

10- O soccorritore dei poveri,che aiuti a ritrovare le cose smarrite,fà che non perda mai con il peccato,l'amicizia di Dio ma che la conservi fedelmente per tutta la vita. Gloria al Padre......Deh. Chi ti fè si splendido dei fasti suoi strumento,faccia che il di lui Spirito in noi non sia mai spento.

11- O carissimo Santo,che ascolti tutti quelli che ricorrono a te,accogli con bontà anche la mia preghiera e presentala a Dio affinchè io sia esaudito. Gloria al Padre.....E ognor seguendo i docili i santi suoi dettati,possiamo alfin nel novero,entrare nei beati.

12- O Sant'Antonio che sei apostolo instancabile della parola di Dio,fa che io possa dare testimonianza della mia fede con la parola e con l'esempio. Gloria al Padre...........Donde per tutti i secoli,bandito il duolo e il pianto,si viva sol di gloria e dell'amor più santo

13 - O amatissimo S.Antonio che a Padova hai la tua tomba benedetta,guarda alle mie necessità;parli a Dio per me las tua lingua miracolosa affinchè io possa essere consolato ed esaudito.Gloria al Padre.......Inni cantano all'Ottimo che è Uno insieme e Trino e i servi suoi glorifica col suo poter divino..

PREGHIERA

Ricordati,o caro S. Antonio che tu hai sempre aiutato e consolato chiunque è ricorso a te nelle tue necessità.Animato da grande confidenza e dalla certezza di non pregare invano,anch'io ricorro a te che sei così ricco di meriti davanti al Signore. Non rifiutare la mia preghiera,ma fà che essa giunga,con la tua intercessione,al Trono di Dio.  Vieni in mio soccorso nella presente angustia e necessità e ottienimi la grazia che ardentemente imploro se è per il bene dell'anima mia.   Benedici il mio lavoro e la mia famiglia:tieni lontane da essa le malattie e i pericoli dell'anima e del corpo. Fà che nell'ora del dolore e della prova io possa rimanere forte nella fede e nell'amore di Dio . Amen

RESPONSORIO

Se tu cerchi miracoli,la morte ,error,disgrazie,la lebbra,membri e spiriti,di Antonio al nome fuggono. Mare e catene cedono,i sensi e i membri sanansi,si trova quel che perdesi,dai vecchi e dai giovani.

Svaniscono i pericoli e e cessan le miserie coloro che il sperimentano cò Padovani il dicano.  Mare e catene cedono ecc.......

Al Padre ne sia gloria,ed anche al Divin Figlio,insieme col Santo Spirito,chi si gran Santo il rendono. Mare e catene cedono ecc.

C -Prega per noi o Sant'Antonio -  A - Affinchè siam fatti degni delle promesse di Cristo.

PREGHIAMO : Dio onnipotente ed eterno che in Sant'Antonio di Padova hai dato al tuo popolo un insigne predicatore del Vangelo e un Patrono dei poveri e dei sofferenti,concedi a noi,per sua intercessione,di seguire i suoi insegnamenti di vita cristiana e di sperimentare nella prova il soccorso della tua misericordia. Per Cristo nostro Signore. Amen

CANZONCINA POPOLARE TREDICI STELLE

Tredici Stelle formano la corona , Antonio è Patrono di questa città, Antonio è Patrono di questa città.

Guardatelo quant'è Bello Sant'Antonio in Maestà, con le Sue maggiori stelle tutte piene di bontà (2 volte) (da aggiungere ogni due strofe)

1 O giglio olezzante, apostolo ardente, d'Italia sei stella benigna e fulgente. (2 volte)

2 Invitto campione del Santo Vangelo, eterno sorriso dell'italo cielo. (2 volte)

3 Accogli dall'alto la prece ed il cor , dall'alme Tu sei conforto ed amor. (2 volte)

4  Mi dona dai Santi l'eccelsa virtù, mi dona o amabile il caro Gesù. (2 volte)

5 Dotato di zelo fecondo e possente, solcasti le onde del mare furente. (2 volte)

6 Con l'impeto Santo del forte che muor, sarai dell'Italia o Antonio l'onor. (2 volte)

7 Antonio da Te venga, sull'ali la fede, nel cuore nell'alma, che spera che crede. (2 volte)

8 La fervida prece di chi ti decanta , v'infondi benigno la grazia Tua Santa. (2 volte)

9 S'innalza la lode da mille tribù, Tu grande in parola, Tu grande in virtù. (2 volte)

10 Tutti gli oppressi e i deboli , fidenti, sempre Ti invocano per i Tuoi portenti. (2 volte)

11 Tu ci proteggi o grande Santo, che di Padova Sei il vanto. (2 volte)

12 Canto di gioia, canto in allegria, o S. Antonio Tu sei la vita mia . (2 volte)

13 O Sant'Antonio esclama il mio cuor , deh! Tu proteggi me ognor. (2 volte)

O DEI MIRACOLI

O dei miracoli,inclito Santo,dell'alma Padova tutela e vanto. Benigno guardami prono ai Tuoi piè : o Sant'Antonio prega per me.

Col vecchio il giovane a Te sen viene,e in atto supplice chiede ed ottiene; di grazie arbitro Iddio Ti fè : o Sant'Antonio prega per me.

Per Te l'oceano si rasserena,riprende il naufrago novella lena: morte o pericolo fuggon per Te : o Sant'Antonio prega per me.

Sempre benefico ai Tuoi devoti,ne ascolti l'umili preghiere e voti, fammi propizio il Divin Re : o Sant'Antonio prega per me.

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FRANCESCO ED ANTONIO

Ricchezza, ozi e corti non li hanno resi felici, hanno rinunciato alla bellezza tanto bramata, alle cortigiane del tempo.

Hanno abbracciato la povertà, l'umiltà,  hanno dato tanto amore per il prossimo e per colui che ci ha creato

ed ha creato il mondo in cui viviamo.

Due cuori pieni di luce, di fede e di gioia,due cuori riscaldati dalla luce dell'Onnipotente.

Gli occhi illuminati dal meraviglioso creato. Vestono di un umile sacco, rinunciano ai calzari;

la nuda terra," dolce sentire il creato a contatto con i piedi!"

Da Assisi all'Oriente, da Lisbona al Marocco, alla Francia, all'Italia; Assisi, l'Umbria, Padova,la Romagna

un grande raccogliere anime, un costante predicare, un riunire continuo le folle;

Un impegno di ogni minuto, avvicinare l'uomo a Cristo. Che grande luce sul mondo, che gioia nei cuori degli uomini.

Con semplicità, con affetto, con dedizione parlano alla gente, non parlano mai di loro, ma solo di Dio, della sua potenza

della venuta di Gesù Cristo, del Vangelo, solo del Vangelo.

Ed i semplici, coloro che hanno sete di giustizia, comprendono il loro parlare.

Il Poverello ed il Taumaturgo, due deboli vite, un grande amore da dare.

Francesco ed Antonio, una pietra dopo l'altra,una chiesa dopo l'altra, un esempio dopo l'altro.

Francesco ed Antonio :il cuore rivolto al creato. Pioggia, sole, animali, uccelli, tutti sorelle e fratelli,

digiuni, penitenze, cilici, esempi per il tempo.

Nudi i poveri piedi, vestiti del solo saio, su e giù tra la gente, ieri fino ad oggi

ottocento anni di cammino insieme, per indicarci la giusta via,la giusta vita. (giampiero scarpino)

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Nel Novembre  del 1225 Antonio partecipò al Sinodo di Bourges, convocato dal primate d'Aquitania per valutare la situazione della Chiesa francese e per pacificare le regioni meridionali. All'arcivescovo Simone de Sully, che si lamentava degli eretici, Antonio, invitato quel giorno a predicare, disse: «Adesso ho da dire una parola a te, che siedi mitrato in questa cattedrale... L'esempio della vita dev'essere l'arma di persuasione; getta la rete con successo solo chi vive secondo ciò che insegna. Lo stesso arcivescovo, riportano le cronache, chiese ad Antonio che lo confessasse per trovare la forza di mettere in pratica ciò che gli aveva ricordato. Il Provinciale della Provenza, Giovanni Bonelli da Firenze, lo nominò prima Guardiano del convento di Le Puy-en-Velay e poi Custode, cioè superiore, di un gruppo di conventi attorno a Limoges. Qui, vicino a Brive-la-Gaillarde, Antonio trovò una grotta che gli ricordava gli anni passati nel romitorio di Montepaolo, e lì «amava ritirarsi, da solo, in una grande austerità di vita, applicandosi alla contemplazione e alla preghiera.» L'esperienza francese si concluse nell'arco di un biennio: il 3 ottobre 1226, in una cella della Porziuncola morì a 44 anni Francesco d'Assisi. Frate Elia, vicario generale dell'Ordine, fissò per la Pentecoste dell'anno seguente il Capitolo Generale per la nomina del successore, estendendo l'invito anche ad Antonio, superiore dei conventi di Limoges. Le fonti sono incerte sul periodo del viaggio di ritorno di Antonio in Italia dalla Francia; un'antica tradizione riporta che imbarcatosi per mare naufragò nuovamente in Sicilia, dove sono conservate numerose reliquie a lui attribuite. Raggiunse comunque Assisi il 30 maggio 1227, festa di Pentecoste e giorno d'apertura del Capitolo Generale, nel quale si doveva eleggere il successore di Francesco. Molti prevedevano l'elezione di frate Elia, vicario generale di Francesco e suo compagno di missione in Oriente. Le cronache riportano che frate Elia fosse geniale organizzatore ma di temperamento piuttosto focoso. I superiori dell'Ordine gli preferirono il più prudente frate Giovanni Parenti, ex magistrato, nativo di Carmignano e Provinciale della Spagna. Questi che aveva accolto Antonio nell'Ordine francescano alcuni anni prima, lo nominò ministro provinciale per l'Italia settentrionale; in pratica, la seconda carica per importanza dopo la sua. Antonio aveva 32 anni. I successivi quattro, gli ultimi della sua vita, saranno i più importanti per la sua eredità spirituale. Nonostante l'incarico comportasse per Antonio la visita degli ormai numerosi conventi dell'Italia settentrionale; Milano, Venezia, Vicenza, Verona, Ferrara (dove avvenne il miracolo dell'infante che proclama l'innocenza della madre); ma anche Trento, Brescia, Cremona e Varese. Fra tutte queste città Antonio scelse però il convento di Padova come sua residenza fissa quando non era in viaggio . La città aveva circa quindicimila abitanti ed era un grande centro di commerci e industrie. Qui Antonio decise di portare a termine la sua più importante opera scritta I sermoni (Sermones), un'opera dottrinaria di profonda teologia, che lo farà proclamare Dottore della Chiesa. La predicazione però non gli lasciò il tempo di finire quest'opera. Una folla notevole lo seguiva nelle sue prediche tanto che si riempivano le chiese e le piazze, e tanto che a Padova Antonio era divenuto estremamente famoso e ricercato. Tra predicazioni instancabili e lunghe ore dedicate al confessionale spesso Antonio compiva lunghi digiuni. Nella quaresima del 1228 Antonio rientrò a Padova dove coltivò legami e relazioni anche con gli esponenti di altri ordini. Divenne amico del superiore dei benedettini, l'abate Giordano Forzatè, e del conte Tiso VI da Camposampiero, facoltoso e generoso verso i francescani. Nel giardino dei conti Papafava e dei Carraresi la tradizione colloca la pietra sulla quale Antonio saliva per predicare. Tra le persone conosciute e più fidate, Antonio fondò una sorta di confraternita, così com'era in uso nel Medioevo. Dal nome della chiesa di Santa Maria della Colomba, dov'erano soliti ritrovarsi, presero il nome di "Colombini": avevano per divisa un saio grigio e si dedicavano ad opere caritative. Antonio soggiornò a Padova per pochi mesi, ma decise, una volta scaduto il mandato di Ministro Provinciale nel 1230, di tornarvi . La provincia di Padova allora ricopriva un ampio territorio. Accompagnato dal giovane padovano Luca Belludi, cominciò dall'estremità orientale, da Trieste; di lì sconfinò in Istria e Dalmazia. Nuovi conventi vennero fondati a Pola, Muggia e Parenzo; rientrato in Friuli, passò per Udine, Cividale, Gorizia e Gemona. Da lì proseguì a Conegliano, Treviso, Venezia per poi tornare a Padova, prima di proseguire per i conventi dell'Emilia, della Lombardia e della Liguria.Nei Sermoni tracciò il profilo del superiore che deve «eccellere per purezza di vita», avere «larga cognizione delle Sacre Scritture», possedere doti di eloquenza, disciplina e fermezza.Durante il suo mandato di Superiore dell'Italia settentrionale, Antonio lasciò la Provincia soltanto in due occasioni, nel 1228 e nel 1230: entrambe le volte – per diversi mesi – le mete furono Roma e Assisi. A marzo 1228 il Ministro Generale, fra Giovanni Parenti, lo mandò a chiamare «per un'urgente necessità della sua famiglia religiosa»: si era nuovamente infiammata la disputa tra l'ala conservatrice e quella riformatrice dell'Ordine ed era necessario trovare un accordo che salvaguardasse tanto l'unità dell'ordine quanto l'integrità del messaggio di Francesco. Antonio fu scelto anche in virtù del suo passato: s'era battuto per aprire ai frati la via dello studio, ma aveva saputo mantenere viva la povertà francescana. Dava ampie garanzie d'imparzialità ad entrambi gli schieramenti contrapposti di un ordine che si era ingigantito in pochissimi anni e non poteva più trovare conforto nella guida di Francesco. Vanno inoltre ricordate le difficoltà logistiche legate al governo di decine di migliaia di frati disseminati per tutta l'Europa in un tempo dove la maggior parte dei viaggi veniva intrapresa a piedi, su strade insicure e dove i mezzi di comunicazione erano pressoché inesistenti.La vertenza gravava attorno a punti diversi: c'era chi spingeva a un maggior impegno negli studi, privilegiando il frate sacerdote a discapito del frate laico; altri volevano mitigare la rigida povertà di Francesco con una regolamentazione più consona a una comunità che da "girovaga" stava trasformandosi in "residenziale". La questione aveva ormai raggiunto posizioni radicali e apertamente polemiche trasformandosi in uno sgradevole: o con Francesco o contro Francesco.L'Ordine decise che la disputa aveva travalicato la sua stessa autorità e che era giunto il momento di sottoporre la questione al Papa. Antonio venne incaricato in tutta fretta di prepararsi per andare a Roma e sottoporre al papa Gregorio IX i termini della questione. le cronache non riportano i particolari di come Antonio portò a termine questo suo incarico, tuttavia pare che al papa Gregorio IX il giovane frate piacque molto e, anziché congedarlo, lo trattenne con sé perché predicasse a lui e ai cardinali le meditazioni quaresimali. Quelle prediche furono un tale successo che l'ottuagenario Pontefice, rompendo ogni protocollo, lo chiamò «arca del Testamento», «peritissimo esegeta», «esimio teologo». Quattro anni più tardi, canonizzandolo, ricorderà quei giorni di quaresima: «personalmente sperimentammo la santità e l'ammirevole vita di lui, quando ebbe a dimorare con grande lode presso di noi.» L'impressione fu molto forte anche tra i cardinali e i prelati della curia, i quali – scrive ancora l'Assidua – «l'ascoltarono con devozione ardentissima» e qualcuno di loro lo invitò a predicare al popolo.Erano i giorni della Settimana santa e a Roma confluivano pellegrini da ogni parte. Antonio, sebbene conoscesse alcune di quelle lingue, iniziò a predicare nella volgata del popolo di Roma[N 3]. Da lì a pochi mesi Antonio ebbe modo di incontrarsi nuovamente con il Pontefice, che giunse in Assisi per canonizzare Francesco, dichiararlo santo e benedire la prima pietra della Basilica dove avrebbe riposato il suo corpo. La Basilica di cui Gregorio IX aveva benedetto la prima pietra venne completata in due anni. L'ordine scelse la Pentecoste per fissare il Capitolo Generale e per traslare il corpo di Francesco dalla chiesa di San Giorgio alla cripta del nuovo edificio. La basilica venne inaugurata il 25 giugno 1230. Ancora una volta i frati erano accorsi a migliaia da ogni parte d'Europa, e con loro sfilarono in processione autorità di ogni grado, prelati, vescovi e i tre Cardinali Legati inviati per l'occasione da papa Gregorio IX. La folla fu tale che travolse il servizio d'ordine e si temette per le spoglie di Francesco, tanto che frate Elia si vide costretto a sbarrare le porte e «mettere in salvo» il corpo sotto lastre di marmo. Lì rimase, nonostante le critiche di cui Elia fu fatto oggetto per la decisione, sino al 1818, quando papa Pio VII ne autorizzò la rimozione. la folla non gradì affatto la piega che gli avvenimenti avevano preso e la situazione degenerò tristemente in una rissa collettiva, con grande scandalo e maggiori proteste, che misero in imbarazzo l'Ordine Francescano giungendo sino alle orecchie del Papa. Se nel periodo di costruzione della Basilica la disputa interna all'Ordine si era sopita, con l'apertura del nuovo Capitolo essa però si riacutizzò. Il testamento di Francesco infatti ribadiva la necessità della povertà assoluta e una parte dei Francescani voleva inserirlo come parte integrante della Regola dell'Ordine. Nell'impossibilità di dirimere la questione, si decise di nominare una commissione di sette frati per riportare a papa Gregorio IX la questione. Antonio, chiamato a farne parte, dovette partire nuovamente per Roma. Gregorio IX prese la sua decisione da lì a pochi mesi, promulgando il 28 settembre la bolla Quo elongati. Tornato ad Assisi, Antonio accusò diversi disturbi: chiese e ottenne d'essere sollevato dall'incarico di ministro provinciale. Si ritirò a Padova, dove gli succedette come superiore provinciale il pisano fra Alberto.Terminò la stesura del secondo volume dei Sermoni che gli era stato commissionato dal cardinale Rinaldo Conti che diverrà Alessandro IV. Privilegiò poi la predicazione e il confessionale; in questo senso la quaresima del 1231 fu il suo testamento spirituale.Antonio predicò in favore dei poveri e delle vittime dell'usura.Razza maledetta, sono cresciuti forti e innumerevoli sulla terra, e hanno denti di leone. L'usuraio non rispetta né il Signore, né gli uomini; ha i denti sempre in moto, intento a rapinare, maciullare e inghiottire i beni dei poveri, degli orfani e delle vedove… E guarda che mani osano fare elemosina, mani grondanti del sangue dei poveri. Vi sono usurai che esercitano la loro professione di nascosto; altri apertamente, ma non in grande stile, onde sembrare misericordiosi; altri, infine, perfidi, disperati, lo sono apertissimamente e fanno il loro mestiere alla luce del sole.Il linguaggio della sua predicazione, che in buona parte ci è stata tramandata, era semplice e diretto: "La natura ci genera poveri, nudi si viene al mondo, nudi si muore. È stata la malizia che ha creato i ricchi, e chi brama diventare ricco inciampa nella trappola tesa dal demonio".Sant'Antonio è l'autore di una forma esorcistica breve che porta il suo nome. Papa Sisto V fece incidere il testo della preghiera sulla base dell'obelisco innalzato al centro di piazza San Pietro a Roma. Durante la Quaresima, dal 6 febbraio al 23 marzo 1231, la sua predicazione fu una novità per quei tempi; secondo l'Assidua gli venne assegnato un gruppo di guardie del corpo, che formassero un cordone di sicurezza tra lui e la folla. Il 5 marzo 1231 fu modificata la legge sui debiti: «su istanza del venerabile fratello il beato Antonio, confessore dell'ordine dei frati minori» il podestà di Padova Stefano Badoer stabilì che il debitore insolvente senza colpa, una volta ceduti in contropartita i propri beni, non venisse più imprigionato né esiliato. La Quaresima e la predicazione avevano fiaccato Antonio, che in diverse occasioni aveva dovuto farsi portare a braccia sul pulpito. Afflitto dall'idropisia e dall'asma, forse sintomi di cardiopatia, trovava a volte difficile anche il solo camminare. Acconsentì a ritirarsi per una convalescenza nel convento di Santa Maria Mater Domini. Questo suo breve riposo, tuttavia, si interruppe bruscamente. Spadroneggiava in quel tempo, tra Verona e Vicenza, Ezzelino III da Romano, emissario dell'imperatore Federico II contro i liberi Comuni. Riuscito a farsi eleggere Podestà di Verona, città guidata dai conti di Sambonifacio, aveva intrecciato con loro un doppio matrimonio: lui con Zilia, sorella del conte Rizzardo, e questi con sua sorella Cunizza. Una volta ottenuto il potere, passò sopra i legami di parentela e ruppe l'alleanza con i Sambonifacio, mandando in carcere il cognato. Alcuni cavalieri del conte Rizzardo ripararono a Padova e da lì cercarono di organizzarne la liberazione. Verso la fine di maggio Antonio partì alla volta di Verona per chiedere a Ezzelino di concedere la grazia al conte Rizzardo, ma non riuscì a ottenere nulla. Ezzelino fu veramente irremovibile, e anzi risparmiò ad Antonio la stessa sorte del conte Rizzardo soltanto per rispetto dell'abito che portava. Nel giugno 1231, pochi giorni prima della sua morte, Antonio soggiornò a Camposampiero, invitato dal conte Tiso per un periodo di meditazione e riposo nel piccolo romitorio nei pressi del castello (sul luogo sorge oggi il santuario della Visione). La tradizione narra che qui si ebbe la famosa predica del Noce e sempre qui si ebbe la visione di Antonio con in braccio il Bambino Gesù, nella celletta dove si ritirava per la preghiera e il riposo. Venerdì 13 giugno 1231 si sentì mancare e, avendo compreso che non gli restava molto da vivere, chiese di essere riportato a Padova dove desiderava morire. Fu trasportato verso Padova su un carro agricolo trainato da buoi (i venti chilometri della strada romana oggi sono chiamati "via del Santo"). In vista delle mura la comitiva incontrò frate Vinotto che, viste le sue gravi condizioni, consigliò di fermarsi all'Arcella, nell'ospizio accanto al monastero delle Clarisse dove sarebbe stato al sicuro dalle "sante intemperanze" della folla quando si fosse sparsa la notizia della morte. I confratelli temevano che la folla si precipitasse sul carro per toccare il corpo del Santo.Al monastero dell'Arcella i confratelli adagiarono Antonio per terra. Ricevuta l'unzione degli infermi, ascoltò i confratelli cantare l'inno mariano da lui prediletto,"O gloriosa Domina"; quindi, pronunciate, secondo quanto riferito dall'Assidua, le parole Video Dominum meum (Vedo il mio Signore), morì. Aveva 36 anni. La notizia della morte di Antonio si diffuse rapidamente e quel che temeva padre Vinotto s'avverò. Le reliquie di un Santo erano viste come portatrici, oltre che di vantaggi spirituali e miracoli, di prosperità sicura in tempi di pellegrinaggi e di fede diffusa. Gli abitanti di Capodiponte, nella cui giurisdizione si trovava Arcella, arrivarono per primi: «Qui è morto e qui resta»; spalleggiati dalle clarisse: «Non lo abbiamo potuto vedere da vivo, che ci resti almeno da morto». L'indomani giunsero all'Arcella i frati di Santa Maria Mater Domini per traslare la salma, ma furono affrontati, armi in pugno, dagli uomini più giovani di Capodiponte. Ogni forma di dialogo pacato risultò inutile, sicché i frati rientrarono a Padova dove si rivolsero al vescovo. Questi, saputo che Antonio aveva espresso precisa volontà di morire in città, nel suo convento, diede loro ragione e incaricò il podestà di sedare gli animi, anche con la forza, se necessario. L'uso della forza non si rese necessario e il 17 giugno, all'Arcella, si svolse la cerimonia funebre. La sera dello stesso giorno, la salma del santo fu trasportata al convento di Santa Maria Mater Domini a Padova. La Chiesa, nella persona del papa Gregorio IX, in considerazione della mole di miracoli attribuitagli, lo canonizzò dopo solo un anno dalla morte. Pio XII, che nel 1946 ha innalzato sant'Antonio tra i Dottori della Chiesa cattolica, gli ha conferito il titolo di Doctor Evangelicus, in quanto nei suoi scritti e nelle prediche che ci sono giunte era solito sostenere le sue affermazioni con citazioni del Vangelo. Gli fu dedicata la grande Basilica di Padova; sia la basilica che sant'Antonio vengono comunemente chiamati in città "il Santo". La sua data di nascita ci è stata tramandata dalla tradizione, e la sua festa cade il 13 giugno, giorno della sua morte; a Padova, in occasione della ricorrenza, si svolge un'imponente celebrazione con una grande e sentita processione. Fin dal giorno dei funerali, la tomba di Antonio divenne meta di pellegrinaggi che durarono per giorni. Devoti di ogni condizione sociale sfilavano davanti alla sua tomba, toccando il sarcofago e chiedendo miracoli, grazie e guarigioni. A causa della folla, le autorità decisero di disciplinare il flusso e tutta Padova — si legge nell'Assidua — «nei giorni prefissati veniva in processione a piedi nudi», anche di notte. In quel periodo furono attribuiti alla sua intercessione molti miracoli e, «a furor di popolo», il vescovo e il podestà li sottoposero al giudizio del papa. Papa Gregorio IX, che conosceva Antonio, avendo assistito alle sue prediche, trovandosi a Rieti, accolse per ben due volte gli ambasciatori padovani e nominò una commissione di periti, presieduta dal vescovo di Padova, per raccogliere le testimonianze e le prove documentarie utili al processo di canonizzazione.Secondo l'Assidua la commissione fu sommersa a Padova «da una gran folla, accorsa per deporre con le prove della verità, di essere stata liberata da svariate sciagure grazie ai meriti gloriosi del beato Antonio». Il vescovo ascoltò «le deposizioni confermate con giuramento», mise per iscritto i «miracoli» approvati e promosse le indagini necessarie. Completato l'esame diocesano, inviò al papa una terza delegazione. A Roma l'istruttoria fu assegnata al cardinale Giovanni d'Abbeville, allora titolare della sede di Sabina, che in pochi mesi esaurì il compito assegnatogli. Fu Gregorio IX stesso che pose fine al processo quando tagliò ogni ritrosia rimasta, fissando al 30 maggio, festa di Pentecoste, nella Cattedrale di Rieti, la cerimonia ufficiale di canonizzazione e che inviò per questo una Bolla ai fedeli e al podestà di Padova. Tuttavia, la cerimonia si svolgerà, poi, nel Duomo di Spoleto, città dove si era trasferito il Pontefice: Gregorio IX ascoltò la lettura dei cinquantatré miracoli approvati e, dopo il canto del Te Deum, proclamò solennemente e ufficialmente santo frate Antonio, fissandone la festa liturgica nel giorno anniversario della sua nascita in cielo, il 13 giugno. I fedeli poterono festeggiare Antonio come santo esattamente un anno dopo la sua morte. Completato dopo soli 352 giorni, il suo processo di canonizzazione è da sempre considerato il più veloce della storia della Chiesa Cattolica (più veloce di soli due giorni rispetto a quello di Pietro da Verona, avvenuto dopo soli 354 giorni dalla morte). Per l'afflusso di pellegrini che affluiva a Padova sulla tomba, si iniziò la costruzione di una chiesa più capiente che fu terminata nel 1240. Nel 1263 il Ministro Generale dei francescani, Bonaventura da Bagnoregio, fece traslare la salma di Antonio di Padova nella nuova basilica. Durante l'ispezione prima del trasporto dei resti mortali, avvenuta trentadue anni dopo la morte del santo, la lingua fu trovata intatta, "flessibile, viva e rosseggiante, come di chi non fosse morto". Tale reliquia, a distanza di secoli, è tuttora visibile, incorrotta, all'interno del reliquiario custodito nella Cappella del Tesoro, realizzato nel 1436 dall'orafo Giuliano da Firenze. Il 15 febbraio di ogni anno, ancora oggi, i frati antoniani di Padova ricordano quel ritrovamento, mentre la celebrazione viene spostata alla domenica più vicina.Sono milioni le persone che annualmente visitano la sua tomba nella Basilica di Padova, e la maggior parte porta nell'animo una profonda venerazione per il grande frate.

SANTI CANONIZZATI DA GREGORIO IX : ANTONIO DA PADOVA, DOMENICO DI GUZMAN,ELISABETTA D'UNGHERIA,FRANCESCO D'ASSISI,VIRGILIO DI SALISBURGO.  Da Cardinale Ugolino srgur con interesse l'ordine Francescano.Da Papa approva la regola di Santa Chiara.

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