SANTUARI DELLA
PROVINCIA DI VIBO VALENTIA (pagina in
costruzione) e
grazie a Pro Loco Platania
e
CALABRIA IN FOTO
Dasà
Santuario Madonna della Consolazione
Dinami
Santuario Maria Santissima della Catena
Il Santuario della Madonna della Catena faceva
parte di un Convento dei Frati Cappuccini, ormai
cancellato dai terremoti. L’impianto sacro
presenta una facciata a vela con campane e un
interno a due navate sul cui soffitto si possono
mirare delicate decorazioni. Il Santuario
conserva la statua lignea della Vergine della
Catena, opera di De Lorenzo.
Joppolo
Santuario Madonna del Carmine
Il Santuario della Madonna del Carmine sorge
sulla collina detta Monte Poro, in una posizione
estremamente suggestiva e circondato da limpide
sorgenti di acqua oligominerale. Il Santuario,
meta di numerosi pellegrini duranti i
festeggiamenti del 15 e del 16 luglio di ogni
anno, fu fondato nel 19° secolo da Frate Carmelo
Falduti. Al suo interno si conserva una statua
lignea della Madonna del Carmine, risalente
anch’essa al 19° secolo.
Parghelia
Santuario Madonna di Portosalvo
Il Santuario della Madonna di Porto Salvo fu
costruito nel 18° secolo. Di stile neoclassico,
la sua facciata è scandita da lesene, sormontate
da capitelli decorativi, ed è affiancata da un
campanile cuspidato a base quadrata. Il portale
d’ingresso ha forma rettangolare. All’interno
dell’edificio si conservano splendide opere in
marmo e tele di scuola napoletana, risalenti al
Settecento. Citiamo, tra queste: l’altare e la
balaustra in marmo, in stile barocco; il dipinto
olio su tela raffigurante la Madonna di Porto
Salvo (18° secolo); le tele della Sacra
Famiglia, dell’Annunciazione e della Deposizione
(18° secolo).
Porto di Nicotera
Santuario Madonna del Carmelo
Serra San Bruno
Santuario Santa Maria del Bosco
L’Ordine Certosino fu fondato nel 1901, nel
territorio delle Serre Calabresi, da Bruno di
Colonia. Alla ricerca di una vita solitaria da
dedicare completamente a Dio, egli costruì
l’Eremo di Santa Maria del Bosco, prima chiesa
consacrata nel 1094. Dal 1193 il monastero fu
gestito, fino al 1411, dall’Ordine Cistercense.
Tornò, nuovamente, sotto il controllo dei
Certosini agli inizi del Cinquecento, quando
vennero ritrovate le ossa del fondatore Bruno e
del suo successore Lanuino. Nel 1514 papa Leone
X beatificò Bruno e autorizzò il culto
certosino. La Certosa fu distrutta dal terribile
terremoto del 1783 e fu riedificata solo nei
primi del Novecento. Il Santuario risale al
Seicento. Oltre alla Chiesa di Santa Maria del
Bosco, esso ospita il Dormitorio di San Bruno e
un laghetto nel quale il Santo era solito fare
penitenza. Nel 1979, sotto la pavimentazione
della Chiesa, sono state rinvenute le ossa dei
compagni di San Bruno: esse sono oggi conservate
in un ossario posto a due metri e mezzo sotto la
nuova pavimentazione e coperto da una lastra di
vetro. Al 1994 risale, invece, l’apertura del
Museo della Certosa.
Soriano Calabro
Santuario di San Domenico
Il Santuario di San Domenico risale al 1510,
quando i Domenicani fondarono – nel territorio
di Soriano – uno dei più importanti conventi del
loro Ordine in Europa. Il Santuario - ricordato
per aver ospitato Carlo V e Tommaso Campanella –
custodisce una tela di S. Domenico e numerose
opere d’arte e oggetti preziosi. Il Santo
venerato nel Santuario viene, da secoli,
considerato protettore dei “mostazzolari”, cioè
dei produttori di mostaccioli (in dialetto:
mustazzola). I mostaccioli sono dolci tipici
calabresi a pasta molto dura, preparati con
farina, miele d’arancio e mosto cotto e decorati
da carta stagnola colorata. Si narra che, in un
periodo di carestia, tali biscotti furono
offerti da un monaco misterioso alla popolazione
affamata di Soriano: da questo fatto, la
convinzione che tali dolci fossero un regalo
miracoloso operato dallo stesso San Domenico e
la tradizione di offrire gli stessi in voto alle
chiese della zona.
Tropea
Santuario Santa Maria dell'Isola
Il Santuario di “Santa Maria dell’Isola” sorge
su una suggestiva scogliera a picco sul mare.
Meta, di numerosi pellegrini, vi si giunge
attraversando una lunga e ripida scala ricavata
lungo speroni rocciosi. L’attuale facciata
dell’edificio risale al 1905, ma l’impianto
originario è dell’11° secolo. La forma primitiva
è bizantina, a pianta centrale: sono state
successivamente aggiunte tre piccole navate. Al
14° secolo risalgono un rilievo di Cristo tra i
Santi e una pietra tombale, opera del Maestro da
Mileto, dalle linee gotiche. Del Settecento è,
invece, la tela, adagiata nella volta, che
ritrae la S. Famiglia, e il gruppo statuario
posto nell’altare. All’interno del Santuario,
inoltre, sono ancora evidenti i resti murari
dell’impianto medievale. Fino agli inizi del 19°
secolo la chiesa era direttamente collegata alla
cittadina da un cavalcavia. Oggi la chiesa
richiama un gran numero di fedeli sia in
occasione della processione sul mare, il 15
agosto, sia l’8 settembre. Dietro la chiesa, un
romantico giardino con balconate a picco sul
mare.
Santuario Madonna di Romania
Il Santuario della Madonna della Romania risale
all’anno Mille. Al suo interno è conservata la
tela bizantina di una Vergine nera che, secondo
la tradizione, fu portata in Calabria dalla
Romania dai monaci basiliani nel milletrecento
circa. Si narra che, nel 1638, la Vergine
apparve in sogno al Vescovo di Tropea Ambrogio
Cordova: Ella lo avvertì che presto un terremoto
avrebbe devastato la Calabria. Il 27 marzo di
quell’anno, il religioso perciò istituì una
processione di penitenza e proprio nell’istante
in cui numerosi pellegrini si erano radunati ad
onorare la Madonna si scatenò il terremoto; la
calamità distrusse numerose zone della regione
ma lasciò intatta Tropea. Per questo episodio,
la Madonna della Romania fu riconosciuta Patrona
del paese. A Lei furono attribuite anche la
salvezza dalla peste seicentesca e da un altro
terremoto verificatosi nel 1659. In onore della
Vergine, il 15 agosto di ogni anno i Tropeani
portano la statua che la raffigura a bordo di
una barca e la spingono fino alla baia di Riaci;
la suggestiva processione sul mare si chiude,
poi, con una fiaccolata sulla spiaggia. La festa
della Madonna della Romania si celebra il 9
settembre e richiama numerosi fedeli dalle zone
limitrofe.
Vallelonga
Santuario Madonna di Monserrato
Il Santuario della Madonna di Monserrato,
distante solo 30 km da Pizzo Calabro, è uno dei
luoghi sacri più frequentati della Calabria. Il
culto della Vergine di Monserrato è di origine
aragonese: deriva dal noto Santuario della
Madonna di Monserrat fondato, nel 1030, vicino
alla città spagnola di Barcellona. Esso si
diffuse enormemente a Vallelonga in seguito al
terribile terremoto del 1783: in
quell’occasione, infatti, il paese fu
risparmiato da danni ingenti e tale grazia fu
attribuita alla Vergine, dispensatrice di
miracoli. Il Santuario, ricostruito nell’ultimo
dopoguerra, ha perso il suo stile: solo il
portale e l’altare maggiore ci descrivono
fedelmente le vestigia di un’epoca passata. Il
portale, posto al centro di una splendida
facciata tripartita, è in pietra, in stile
barocco; ai lati, due bassi campanili a cupola.
L’interno, a tre navate, è scandito da pilastri
quadrati rivestiti di marmi ed è arricchito da
stucchi. Numerose sono le opere che si
conservano nel Santuario: le tre tele di Andrea
Cefaly da Cortale raffiguranti, rispettivamente,
la “Giuditta con la testa di Oloferne”, la
“Natività” e la “Fuga in Egitto”; la statua
della Madonna con il Bambino, posta sull’altare
maggiore – quest’ultimo in marmi policromi,
opera della raffinata arte dei maestri serresi;
due piccole sculture in marmo del Seicento,
raffiguranti due frati domenicani; l’affresco di
Diego Grillo (19° secolo), che ritrae
l’Incoronazione della Vergine; la Santa Lucia
lignea, seicentesca, e il San Giuseppe ligneo di
Vincenzo Scrivo (19° secolo). La festa della
Madonna di Monserrato si celebra la seconda
domenica di luglio; dell’evento, molto
commovente e degno di nota è il momento in cui
la processione, che porta a spalla la statua
della Vergine, si ferma silenziosa sotto una
grande quercia del vicino boschetto: è il
momento, questo, in cui la Madonna si impossessa
del Paese.
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