Il Celano la chiama “chiesa antica e diroccata”: luogo della conversione di Francesco, nel quale il Santo ascoltò la voce del Crocifisso: “Va’ e ripara la mia casa”. Egli restaurò la chiesa e vi adattò il monastero per santa Chiara. Due anni prima di morire, vi compose il Cantico delle Creature. A San Damiano, Santa Chiara per 42 visse e vi morì, dopo aver ottenuto dal Papa l’approvazione della sua Regola. Proprio a San Damiano si snodano tutti gli episodi della sua vita penitente e nascosta. Il minuscolo coro, dove le prime sorelle si riunivano per la preghiera in comune. L'oratorio di santa Chiara: è il luogo - decorato da affreschi della fine del Trecento - praticato da lei inferma. A lato dell'altare sulla sinistra, in un incavo nella parete, è il luogo dell'Eucaristia. Da qui, la Santa, malata, prostrata dinanzi al Santissimo Sacramento e "fattasi trascinare" dalle consorelle sino all'uscio del refettorio, con l'Eucaristia in mano, respinse coraggiosamente i Saraceni nel settembre del 1240, liberando il monastero e la città di Assisi.Il dormitorio di Santa Chiara: uno spoglio e disadorno stanzone nel quale le prime sorelle prendevano il loro riposo, distese su giacigli di paglia. Da qui, la Santa, nella notte di Natale del 1252, per singolare prodigio, potè vedere le sacre funzioni celebrate nella Chiesa di san Francesco in Assisi. Per questo singolare episodio, la Santa è stata dichiarata "patrona della televisione". Qui Chiara morì la sera dell'11 agosto 1253, dopo aver difeso il diritto di poter rimanere povera come Gesù e come le aveva insegnato Francesco. Il refettorio: il luogo ove la santa e le sue compagne consumavano i loro pasti frugali e che fu teatro di numerosi episodi mirabili. Accanto alla semplice Chiesetta, dal lontano 1260 si perpetua la presenza di una comunità di Frati minori. Il convento, dopo la soppressione italiana, fu riscattato da Lord Ripon nel 1879, e ceduto in proprietà alla Curia Generalizia dei Frati Minori nel 1983. Attualmente è sede di Noviziato. |
La biografia di Santa Chiara Ortolana udì queste parole mentre pregava nella Chiesa di San Rufino: "non temere,tu partoriai una luce che chiaramenre illuminera il mondo". " Chiara di nome ,più Chiara di vita ,Chiarissima per virtù" ( Tommaso da Celano vita prima, Chiara era ancora in vita) . Lo zio Monaldo spesso brontolava perchè quella ragazza non si decideva a dire si a qualcuno dei tanti pretendenti che l'avevano chiesta in sposa. Un giorno Chiara entrò nella Chiesa di San Rufino per pregare . Sul pulpito stava predicando con grande fervore un suo amico e coetaneo Francesco di Bernardone : " vivere tutto per Cristo,vivere come Lui povero,nella più ampia libertà dei figli di Dio". La voce persuasiva di Francesco sconvolge Chiara che vuole incontrarlo e lo incontra casualmente in città. "Chiara bisogna saper morire sulla croce come Cristo. Sposa anche tu Madonna povertà". 27 marzo 2011 notte della domenica delle palme : quella notte fu alta, si gettò un mantello nero sul vestito a festa si copri il capo con un velo ed in punta di piedi si portò verso la porta del morto. Spostò legna ed attrezzi fece forza sui catenacci e si ritrovò per strada. L'attendeva Pacifica di Guelfuccio e con lei via giù a Santa Maria degli Angeli. Subito dopo la cerimonia con Bernardo si incammina verso il monastero di san Paolo dove le suore benedettine già avvisate erano in trepida attesa. Chiara fu accolta con grande cortesia le fu garantito alloggio e le fu affidato incarico di aiutare in cucina e nelle faccende domestiche .Dopo pochi giorni e dopo l'episodio dello zio Monaldo Chiara si trasferisce nel monastero benedettino di san Angelo di Panzo alle pendici del Subasio, abitato da monache benedettine che poi passarono alla regola di Francesco verso il 1238. "Cara Agnese, è preferibile vivere un giorno solo nella casa del Signore che mille giorni altrove. La giovinezza è vento che passa la bellezza svanisce come il fumo la vita finisce e qui non resta nulla .Sorella mia oh se tu potessi provare la dolcezza dell'amore del Signore E' un amore sempre giovane che nessuno può strapparci". Agnese fugge anche lei e si rifugia dalla sorella . Dopo l'episodio di Monaldo ed il miracolo della pietrificazione di Agnese , Francesco sali al monastero di sant'Angelo e impose ad Agnese il velo e l'abito. Qui diede una bella notizia : il Vescovo Guido aveva concesso a Francesco San Damiano : la chiameremo Roccaforte di madonna Povertà. Chiara si recò a San Damiano e lo trovò come lei voleva : nudità delle pareti,la desolazione dei locali,i muri senza intonaco,la scala ripida,il dormitorio,uno stanzone nudo e freddo . Il Convento più povero mai visto. Dopo Agnese arrivarono a San Damiano Pacifica di Guelfuccio, Benvenuta da Perugia, Balvina di Offreduccio, Cecilia di Gualtiero, Angelica ed alte , infine Beatrice la sorella minore di Chiara e mamma Ortolana. Andavano a piedi nudi in ogni stagione,con vestiti rozzi e legati al fianco con una corda,la testa rasa e coperta con un panno bianco e nero.Il loro cibo era modico ed austero .Per letto avevano una stuoia stesa sul nudo pavimento e per guanciale un pezzo di legno.Il dormitorio era uno stanzone freddo e squallido dove i poveri giacigli erano allineati lungo la parete .Erano sorelle servitrici di poveri e lebbrosi.Asciugava i piedi delle sorelle che rientravano dal servizio. Erano screpolati e tumefatti poi li baciava dimostrando la stima e riconoscenza per il bene da loro operato. Il tabernacolo era il cuore di san Damiano. Passavano intere ore a pregare di giorno e di notte. Preparavano il corredo per le chiese più povere . Chiara ,frate Masseo e Francesco e il Crocefisso di San Damiano che parla. " Di al padre Francesco che Dio non lo vuole eremita ma predicatore del Vangelo nel mondo". Chiara dopo tre anni viene eletta Badessa. Allora andate ad invitarla qui a Santa Maria degli Angeli;le gioverà uscire fuori convento. Insieme mangeremo nel bosco ,nel nome del Signore Poi di seguito ricambieremo la visita a San Damiano. Accompagnata da alcune sorelle torno alla Porziuncola si sedettero tutti intorno ad una pietra per cibo avevano alcuni pani ed una brocca d'acqua .Prima di toccare cibo Francesco si mise a parlare ; scese il tramonto ed il luogo si infiammò. Una luce chiara avvolse ogni cosa e la porziuncola era tutta un bagliore . Da Assisi sembrava che tutto bruciasse la gente dei dintorni preoccupata temendo un incendio accorse per spegne il fuoco ma addentrandosi nel bosco trovò Chiara e Francesco assieme ai commensali avvolti in un mare di luce e rapiti in estasi. Si erano nutriti di spirito senza mangiare nulla . Un giorno Francesco raggiunse san Damiano per donare alle povere dame una lezione di vita spirituale. Si raccolsero intorno per ascoltarlo, Francesco stette in silenzio prese una manciata di cenere e ispirato dall'alto segnò un cerchio attorno a se ,abbassò gli occhi ed intonò il miserere. Poi andò via. Intanto aumentavano le povere dame e con esse i poveri che bussavano al convento a chiedere cibo. Chiara si accorse che era finito l'olio e lavo una brocca perchè sarebbe passato frate Bernardo a prenderla per riempirla. Il frate passo prese la brocca ma questa per miracolo era già piena. Un giorno una suora malata chiese a Chiara di voler mangiare un pò di focaccia di spello e una trota del Tescio. Chiara passò la parola al frate questuante che quel giorno era assente. Dopo un pò busso alla porta del convento un giovane sconosciuto che consegnò un pacco pieno di focacce e di trote argentate . Chiara ne mangiò assieme alla suora malata perchè la carità era più preziosa del digiuno, Chiara si presenta come la pianticella del Beato Francesco. Francesco Viaggia e Chiara prega per lui. Il Signore li ha chiamati lui nella vita attiva e lei nella vita contemplativa. Nel 1224 Francesco scende ad Assisi dalla Verna e su invito di Chiara va a San Damiano. Chiara fece costruire nel giardino una capanna di canne. Per il letto il Santo volle la paglia. Qui il poverello intonò il cantico delle creature. Sentendosi avvicinare la morte Francesco chiese di essere trasportato a Santa Maria degli Angeli. desiderava morire presso l'umile chiesa che egli tanto amava. Prima di partire si radunarono attorno a lui le sorelle povere, le benedisse una ad una e si congedò da loro con parole ricolme di tenerissimo affetto. I suoi frati lo adagiarono su una barella e si avviarono verso la Porziuncola. Giunti a metà strada all'ospedale di san Salvadore, gecuziente com'era , fece cenno ai suoi frati di fermarsi e di voltarlo in modo da poter guardare Assisi . Francesco con grande fatica alzò le braccia e con un filo di voce disse : "Il Signore ti benedica o mia città diletta, in te molte anime si salveranno, tra le tue mura abiteranno molti servi di Dio e molti saranno eletti al regno dei cieli . Chiara dopo la morte di Francesco si ammalò e rimase inferma in un povero letto per circa trenta anni. Chiara di Assisi , al secolo Chiara Scifi Assisi 11 luglio 1194- 11 agosto 1253 , fu canonizzata come Santa Chiara nel 1255 da Papa Alessandro IV nella Cattedrale di Anagni. il 17 Febbraio 1958 fu dichiarata da Pio XII Santa patrona della televisione e delle comunicazioni . Tommaso da Celano subito dopo il processo di canonizzazione, descrive la piccola Chiara riservata, dedita alle preghiere e alle rinunce. L’agiografo è a conoscenza del fatto che questa opera sarà letta soprattutto dalle monache, che prenderanno ispirazione dal modus vivendi della santa, per questo non può fare a meno di darci una visione di parte della vita definendola dedita alle preghiere fin da bambina, come sostiene la storica Chiara Frugoni. Atre fonti che ci parlano dell’infanzia di Chiara sono monache e laici di Assisi che avevano conosciuto la santa e che parlano di lei durante il processo di canonizzazione. Secondo Tommaso da Celano, Chiara nasce dal conte Favarone di Offreduccio degli Scifi e da Ortolana Fiumi, entrambi appartenenti ai “boni homines” (classe nobile) di Assisi. La madre insegnò alla figlia i principi religiosi a cui lei stessa credeva, soprattutto orazioni a Dio ed elemosine per i poveri, e rendendola sensibile alla sofferenza altrui. La figlia imitò presto la madre nella carità, preparando pranzi per i poveri . Chiara era estremamente caritatevole con i poveri, ma non apprezzava neppure il buon cibo e vestiva poveramente, divenne presto donna autonoma e coraggiosa e partecipò a numerosi pellegrinaggi, come testimonia Pacifica, compagna di viaggio ed amica di famiglia (diventata poi suora a San Damiano): in realtà, però, si capisce che Chiara preferiva ai pellegrinaggi una vita contemplativa, amando sopra ogni cosa parlare di Dio nei confini della propria dimora. Della giovinezza di Chiara sappiamo poco altro, in quanto l’unica fonte di notizie sono le scarse testimonianze date al processo di canonizzazione da famigliari e conoscenti . Torniamo a sapere qualcosa tramite sua sorella Beatrice; è da lei che veniamo a conoscenza dei primi rapporti intercorsi fra Francesco e Chiara. Rufino, frate che aveva seguito Francesco nella conversione, era il cugino di Chiara e probabilmente fu lui a parlargli delle opere pie compiute dalla cugina. Così Francesco le parlò della sua visione di vita ispirata al Vangelo. Nella biografia ufficiale viene narrato un racconto simbolico del momento in cui Chiara rinuncia alla sua vita terrena per intraprendere la vita monastica . La ragazza chiede a Francesco consiglio per prendere i voti dato che era consapevole di non poter contare sull’autorizzazione della famiglia. Francesco le suggerisce di recarsi in chiesa la Domenica delle Palme vestita nel modo migliore, poi, il giorno successivo, fuggire dalla città e convertirsi. Chiara fa quanto le viene detto: la Domenica si reca alla funzione ma, sopraffatta da altre persone, resta indietro. Il Vescovo, vedendola schiva, scende i gradini e le si avvicina porgendole una palma. Il giorno dopo fugge come da accordi . Il Racconto della Domenica delle Palme è presente solo nella leggenda di Chiara, e né la sorella né le nipoti menzionano l’accaduto al processo di canonizzazione. Chiara che, lasciata casa, uscita dalla porta del morto per non dare sospetti, arriva a Santa Maria della Porziuncola, dove la attendono i frati francescani con le fiaccole accese. Chiara, sposa di Cristo, evoca la parabola delle vergini prudenti che escono incontro allo sposo che giunge a mezzanotte. Questa parabola viene citata più volte durante la cerimonia di monacazione. L’agiografo lesse dunque la cerimonia penitenziale alla Porziuncola come il luogo che vede nascere sia l’ordine di Francesco sia quello di Chiara. Compiuto il rito, i frati le tagliano capelli rendendola una penitente. Il taglio di Chiara fu ad opera di Francesco. Le stesse sorelle affermarono concordemente che il taglio dei capelli fosse stato fatto dal Santo . Dopo il taglio dei capelli Chiara andrà a San Paolo delle Abbadesse, nel territorio di Bastia Umbra, dalle monache benedettine di clausura. Qui non vi era intenzione di restarvi, ma solo di rimanervi finché Francesco non avesse trovato una sistemazione definitiva. Dopo pochi giorni dal suo trasferimento, i familiari di Chiara la vennero a cercare. La volevano riportare a casa per vivere una vita pensando ad un matrimonio aristocratico.Chiara , il suo unico ruolo sarebbe stato quello di serviziale: monaca ‘serva’ addetta agli umili lavori manuali. Questa era un’onta agli occhi dei suoi famigliaui l’agiografo racconta il tentativo dei parenti di portare via con la forza Chiara, episodio confermato da Beatrice, sorella carnale di Chiara. I famigliari arrivarono a San Paolo per prenderla e riportarla a casa. Ricorsero alla violenza “impetuosa”, a lusinghe, promesse e a “trame avvelenate” pur di dissuaderla dalla vita che stava cercando di intraprendere, ma lei non desistette. Aggrappatasi al tavolo fece resistenza ai suoi parenti che tentarono di trascinarla via; a questo punto lei si scoprì il capo mostrando il suo stato di penitente. Così i suoi parenti presero atto che, giunta a quel punto ormai era al di fuori della giurisdizione familiare. Agnese aveva raggiunto sua sorella sedici giorni dopo la conversione di Chiara: Avendo saputo la notizia, ci narra il biografo, i famigliari tentarono un nuovo rapimento con maggior determinazione. Agnese, a differenza della sorella, non aveva ancora tagliato i capelli e questo non la rendeva penitente, inoltre non siamo più a San Paolo dove poteva vantare la giurisdizione della chiesa. Così un giorno i famigliari arrivarono e tentarono di prenderla con la forza. In dodici andarono a S. Angelo e la trascinarono con sé lungo la china del monte. Agnese chiama la sorella che, sentendo le sue grida, si prostra in preghiera. Immediatamente il corpo di Agnese si fa di piombo e nessuno riesce più a smuoverla. A questo punto lo zio paterno, Monaldo, preso dalla rabbia tenta di sferrare un pugno micidiale alla nipote, ma mentre sta per sferrare il colpo un dolore gli paralizza il braccio e finalmente Chiara giunge dalla sorella e convince i parenti a desistere. Questo è il primo miracolo compiuto da Chiara . Chiara si trasferì a S. Angelo di Panzo con Agnese.l biografo a questo punto si lascia sfuggire un dettaglio importante. La presenza di Francesco a S. Angelo era assidua in un intenso scambio spirituale fra Francesco e le sue sorelle.Questo dettaglio ci fa capire che intorno al 1211-1212 Francesco stava portando avanti un progetto che riguardava le donne. Francesco a quell’epoca poteva contare soltanto sull’approvazione concessa oralmente da Innocenzo III nel 1209-1210 presentata solo per il ramo maschile. Ad ogni modo la presenza di Francesco a Sant’Angelo, la lettera di Giacomo da Vitry (vescovo di Acri in Palestina), la lettera scritta da Francesco stesso “ad fideles”, narrano di un progetto vasto per partecipare il suo carisma - a maggior gloria di Dio e in obbedienza alla Chiesa, contrariamente a quanto avveniva per alcuni movimenti cosiddetti eretici del tempo - a uomini e donne, sempre con il fine di condurre in Paradiso quante più anime possibili. Da qui il progetto di una clausura aperta. Mentre Chiara ed Agnese passavano da un monastero all’altro, Francesco e i suoi confratelli mettevano a posto un piccolo alloggio vicino alla chiesa di San Damiano. Questo è suffragato da ritrovamenti archeologici. A validare la tesi che fosse già presente una struttura ci giungono: la leggenda dei tre compagni, e la lettera di Giacomo da Vitry. La Chiesa in quel periodo riteneva che la spiritualità femminile si dovesse esprimere esclusivamente con la clausura, staccandosi completamente dal mondo. E perché le donne potessero dedicarsi esclusivamente alla preghiera e alla penitenza, avevano necessità di una rendita derivante da proprietà, ed era quindi impossibile che la chiesa concepisse un monastero femminile interamente dedito alla povertà. Chiara Frugoni ritiene che, almeno nei primi tempi, il lavoro di Chiara e delle sue compagne, comprendesse anche l’aiuto delle persone raccolte intorno a San Damiano.Nei primi anni di San Damiano, Chiara si sentiva parte della comunità Francescana. Nel 1215 il IV Concilio di Laterano vietava l’istituzione di nuove regole. Di fronte a questo Chiara fu costretta ad accettare una regola già esistente, la regola Benedettina. Questo comportava il piegarsi accettando l’ufficio di badessa del monastero. Questo ruolo significava essere alla guida di una comunità di monache e di abbracciare la clausura. L’adesione alla regola benedettina le imponeva di accettare le rendite feudatarie e quindi di venir meno al principio di povertà assoluta tanto caro alla regola Francescana. Chiara fino ad allora aveva potuto applicare la regola benedettina ‘mitigata’, grazie alla presenza di Francesco, il cui supporto però venne a mancare quando lui si imbarcò per il viaggio in Marocco intorno al 1214-1215. Con Francesco lontano, Chiara capì che il precetto della povertà non era più al sicuro, e che doveva fare qualcosa per continuare a mantenerlo di fronte alle costrizioni della santa sede. Chiara ottenne nel 1216 da Innocenzo III il permesso di non essere mai costretta a ricevere possedimenti e lasciti per il sostegno delle suore. L’accordo del permesso fu scritto nella leggenda di Chiara e la Frugoni ritiene sia veritiero, poiché tale leggenda era stata riportata da un Papa che difficilmente avrebbe potuto mentire sui permessi accordati dal suo predecessore.Allo stesso tempo la regola francescana non era ancora stata istituita. Intorno al 1217 il cardinale Ugolino, legato papale, esercitava pressioni su Francesco affinché ne accettasse una già esistente. Francesco, secondo la regola perugina, cominciò a stilarne una propria.l cardinale Ugolino, su commissione del Papa, era andato in Italia settentrionale e centrale ad organizzare i preparativi per la futura crociata. Durante questo viaggio aveva avuto modo di vedere comunità femminili di ispirazione minoritica che avrebbero voluto abbracciare la vita religiosa, ma senza ancora una regola precisa. A fronte di questa necessità, chiese ed ottenne da Onorio III, Papa succeduto ad Innocenzo III nel 1216, l’autorizzazione ad organizzare tutti questi movimenti spontanei. Ugolino pensò che fondando un nuovo ordine monastico avrebbe risposto alle inquietudini delle donne che volevano avere un serio impegno religioso. Il riferimento a questi ordini non sarebbe stato il Vescovo, ma direttamente la Santa Sede. Per il Cardinale la povertà totale era inconcepibile per un ordine femminile; senza fondi le religiose sarebbero state esposte ad eventuali pericoli interagendo con il mondo esterno. Solo con la clausura le donne potevano essere protette e sollevate da ogni preoccupazione, e per questo erano necessarie delle donazioni. Chiara invece era di parere opposto, l’ideale di povertà assoluta e di adesione al Vangelo era l’essenziale della sua vita religiosa. E quindi per questo non voleva chiudere i contatti con l’esterno: con i frati che erano la sua famiglia e con i cittadini di Assisi bisognosi di soccorso spirituale. Per Chiara era anche importante il lavoro manuale, i loro prodotti non dovevano essere usati solo all’interno del monastero ma dovevano aiutare le comunità. Nel 1220 Ugolino passerà una settimana intera a San Damiano; la stessa settimana Francesco soggiornava in oriente. In quel periodo circolavano notizie sull’assenza di Francesco, alcune di queste lo davano addirittura per morto. Come riporta Chiara Frugoni prendendo riferimento da frate Giordano. Nello stesso anno cinque frati vengono martirizzati in Marocco. Chiara, sentendo questo, voleva partire per subire lei stessa il martirio; grazie alla sorelle si ricrede e rinuncia. Negli anni seguenti, Francesco è costretto a finire di scrivere la regola, infatti il 31 maggio del 1221 Il Capitolo generale approvò finalmente tale regola, che però rimase non bollata, perché priva del sigillo Papale. Nel 1226 Francesco morì. La sua rapidissima canonizzazione porta Gregorio IX, cardinale Ugolino divenuto Papa nel 1227, ad Assisi. Il Papa fece visita a Chiara nel tentativo di conformare la regola delle comunità femminili a quella dei Benedettini; di conseguenza, anche a tutte le altre comunità/monasteri che si ispiravano a San Damiano seguendo la formula vivendi di Francesco d'Assisi. Ci fu uno scontro fra il Papa e Chiara. Il primo cercava di convincerla a possedere qualche bene, la seconda rifiutava categoricamente. Chiara non si piegò, ed ottenne dal pontefice il rinnovo del “privilegio dell’altissima povertà” per San Damiano e per alcuni monasteri che lo avevano chiesto. Chiara finché visse si confrontava spesso con i frati. Come si evince dallo sciopero della fame . I frati avevano chiesto a Gregorio come essere conformi alla regola per quanto riguardava l’accesso ai monasteri femminili. Il Papa rispose che per l’accesso a San Damiano ed altri monasteri, era necessaria la licenza speciale della sede apostolica, mentre per gli altri bastava una licenza data dai superiori. Chiara rimandò i frati questuanti al ministro dicendo che se non poteva avere più il pane dello spirito non avrebbe necessitato più del pane materiale. Così il 21 agosto del 1244 Innocenzo mandò una circolare in cui spiegava che la regola benedettina serviva solo come copertura giuridica. Chiara vide aprirsi uno spiraglio, e così iniziò a scrivere la prima regola redatta da una donna. Tenendo conto delle direttive Papali del passato e delle regole dei frati minori, la futura Santa ribadì la proibizione di possedere qualsiasi proprietà. Conscia che la regola da lei scritta potesse non venire accettata, Chiara decise di scrivere anche un testamento in parallelo. Grazie a questo, le sorelle si sarebbero avvalse di una guida, meno autorevole, ma pur sempre normativa. 16 settembre del 1252 il cardinale Rinaldo di Ienne con la “Quia vos” approvò la regola di Chiara. Mancava ancora l’approvazione del Papa che arrivò il 9 agosto del 1253, a pochi giorni dalla morte di Chiara. L’11 agosto del 1253 Chiara morì ad Assisi.La bolla originale di Innocenzo IV fu ritrovata fra le vesti della santa nel 1893 dalla Badessa di Assisi Matilde Rossi. Dato che fu baciata dalla Santa più volte, fu trattata come reliquia. Ad Assisi venne costruita e consacrata nel 1265 una splendida Basilica a lei dedicata. Per colpa di questa le suore furono costrette ad accettare donazioni infine nel sei maggio del 1288 Niccolò IV, primo Papa francescano, con la “Devotionis vestrae praecibus”, sancì il definitivo abbandono del “privilegium paupertatis” a cui Chiara teneva tanto. |
Il Santuario di San Damiano ad Assisi è una vera e propria chiamata. Il freddo ci accompagna anche oggi al mattino presto. La Chiesina è riscaldata dal clima natalizio e da quella grotta ideata e voluta da Francesco nel 1223, grotta che a giorni accoglierà il Bambino Gesù. Rintocca con echi soavi nella vallata la Campana di San Damiano. La Campana del Santuario di San Damiano non ha suoni simili in tutto il mondo . Nel freddo dell'inverno ai piedi del monte Subasio inizia i suoi rintocchi alle 6.30 del mattino. E' il richiamo alle Lodi mattutine ed alla Santa Messa che inizieranno a momenti . Rintocca anche a Mezzogiorno per l'ora media e la sera per il Vespro . Gli appuntamenti con le Lodi e con il Vespro sono sui taccuini di tutti i frati e le suore del mondo intero. La Chiesina del Santuario di San Damiano nei due eventi di preghiera giornalieri non riesce a contenere tantissimi giovani e non provenienti da tutto il mondo che occupano ogni spazio , molti per terra , compreso il piazzale d'ingresso . I primi ad entrare siamo io ed Antonio Buonconsiglio. Sono i primi giorni di Gennaio del 1994, freddo e neve ci accompagnano. Lo scricchiolio del legno del coretto accompagna l'entrata di una decina di fraticelli novizi (lo noti dalla corda senza nodi ) ed altri frati . Fra Massimo Cavalieri accompagna all'organo le lodi mattutine con cori alterni dei Frati e dei fedeli presenti. Una atmosfera magica nei giorni delle festività natalizie . Fr. Luigi Giacometti officia la Santa Messa ed anche qui una magia di parole nella sua breve ma penetrante omelia. "Dà o Signore la pace ai nostri giorni, ascolta il grido dei tuoi fedeli e guidaci nella via della giustizia . Benediciamo il Signore, rendiamo grazie a Dio, Rendiamo grazie a Dio", un canto che ti emozione e ti resta nel cuore come il "Ti seguirò" e "l'Eccomi" o "Cantate,cantate, è nato un Bambino" cantati durante la Santa Messa. Fr. Luigi conclude con la Benedizione : "Che il Signore sia sempre con voi e faccia che voi siate sempre con lui . Che il Signore vi dia pace!" Un pò la benedizione di San Francesco più decisa. Siamo nel luogo creato da Francesco , il luogo dove il Crocefisso di San Damiano ha parlato e dove hanno vissuto in Clausura Chiara e le Povere Dame. Inizia così il nostro cammino con Francesco, Chiara ed il Crocefisso di San Damiano. Un cammino guidato negli anni da maestri di novizi e frati,fra tutti ricordo il compianto Fr. Fabrizio Migliasso e poi Fr. Ambrogio Lamperti, Fr. Stefano Orsi, Fr. Massimo Lelli , Fr. Vittorio Viola e tanti altri che si sono avvicendati per tanti anni a San Damiano, frati con i quali si è mantenuta una bella amicizia . Da direttore di Oratorio avevo in tasca il registratore che faceva suoi i canti soavi e preghiere per poterli riportare ai ragazzi dell'Oratorio stesso e dare loro una forte educazione e base di fede . Si perchè la scuola di San Damiano è per me una grande scuola di fede anche per noi laici. In media dieci novizi ogni anno emettono la professione temporanea e diventano frati. Dopo un anno di noviziato molti frati vengono trasferiti in altri Conventi. Qui altri quattro anni e poi emettono la professione definitiva. Molti di loro attraverso specifici studi diventano anche sacerdoti. Un centinaio di fedeli , moltissimi giovani sono presenti ogni giorno ai momenti di preghiera . Quasi 15.000 in un anno . Milioni in tantissimi anni e moltissime sono le vocazioni nate qui , vocazioni da laici e da consacrati, perchè il luogo ed il Crocefisso di San Damiano parlano ancora oggi e ti cambiano la vita . La Chiesina , i luoghi di Francesco e specialmente di Chiara con il dormitorio ed il luogo in cui la Santa morì. In alto la finestrella dalla quale Chiara malata si affaccia con l'Ostensorio tra le mani e solo con questo gesto scaccia i Saraceni da Assisi. I frati da cortile ti accolgono ogni giorno sul piazzale del Santuario. Ti spiegano perchè sono li e poi ti raccontano la magnifica storia di Francesco e Chiara . I gruppi che accompagno ad Assisi ascoltano incuriositi. la curiosità maggiore è sapere perchè questi giovani vestiti con il saio francescano e con al collo il Tau, sono lì per farsi frati. la curiosità più forte è quando trovi uomini non più giovani vestiti con il saio e che sono in cammino per diventare frati francescani. Ognuno ha una storia diversa. Il cammino per prendere i voti definitivi è lungo, molti lasceranno e torneranno alla vita comune segnati sicuramente dall'esperienza forte della vita comunitaria in convento. Tanti arriveranno forti dei voti che prenderanno: povertà , castità ed obbedienza . Ancora oggi si ripete questo magico iter secondo la volontà di Dio ed a maggior Gloria Sua. Giampiero Scarpino |
VITA DI SAN FRANCESCO 1182 nasce Francesco; Diacono e fondatore dell'Ordine Francescano : 1 Maschile Frati Minori ; 2 Femminile Clarisse ;3 Ordine Francescano Secolare per i laici; frequenta la scuola presso i canonici della cattedrale nella Chiesa di san Giorgio ( dove a partire dal 1257 venne costruita l'attuale Basilica di Santa Chiara ) Dal 1196, a 14 anni, si dedica all'attività di commercio delle stoffe con il padre . Trascorre la giovinezza con gli amici . Tutti appartengono all'aristocrazia Assisana. Nel 1202 ci fù una guerra feroce tra Assisi (alleata con i ghibellini ) e Perugia (alleata con i guelfi) . Nello stesso anno Assisi perse la guerra e tanti uomini a Collestrada. Francesco partecipò al conflitto come orgoglio Assisano. Venne catturato e rinchiuso in carcere . Esce molto provato e malato solo dopo versamento di danaro da parte del padre. Guarisce ed ha un profondo amore per la natura che vedeva come opera mirabile di Dio ; frequenta luoghi appartati (dalla vita I di Tommaso da Celano). Anno 1203-1204 :guarito,ritenta la carriera delle armi e parte per la Puglia al seguito di Gualtieri di Brienne pronto a partire per la Quarta Crociata . Partecipare come Cavaliere ad una crociata era a quel tempo considerato uno dei massimi onori per i cristiani di occidente A Spoleto si ammalò nuovamente , pasòo la notte nella Chiesa di San Sabino. Raccontò di aver fatto un sogno : vide un Castello pieno di armi ed udì una voce che gli prometteva ricchezze. La stessa voce gli chiese se fosse stato più utile servire il servo o il padrone ed alla risposta Padrone sente : "Francesco perchè servi il servo e non il Padrone? Vendette l'armatura ed il ricavato lo diede ai lebbrosi . Torna ad Assisi e si ritira spesso in luoghi solitari a cercare l'incontro con Colui che gli aveva parlato. Un giorno incontra un lebbroso gli diede l'elemosina , lo abbracciò e lo baciò (Testamento di san Francesco 1226). Nel 1205 l'episodio più significativo della Sua Conversione : in preghiera nella Chiesina di San Damiano fatiscente ed abbandonata,sente il Crocefisso che gli parla :"Francesco va e ripara la mia casa che va in rovina " Già a Roma aveva venduto stoffe ed aveva dato il ricavato ai poveri. A Foligno vendette le stoffe ed il ricavato lo diede al sacerdote di San Damiano affinchè riparasse la Chiesina ma questi non accettò temendo l'ira del padre. Questi non potè nulla contro le decisioni del figlio e decise di decunciarlo ai consoli per intimorirlo e fargli cambiare idea. Francesco fece ricorso al Vescovo e nel Palazzo vescovile a Gennaio del 1206 tutta Assisi fu presente al "processo". Qui Francesco depose tutti i vestiti e li restituì al padre e gli disse : "Finora ho chiamato te mio padre sulla terra , d'ora in poi posso dire dire con tutta sicurezza : Padre Nostro che sei nei cieli, perchè in lui ho riposto ogni mio tesoro ed ho collocato tutta la mia fiducia e la mia speranza . Il Vescovo capì Francesco e gli chiese se volesse fare il Sacerdote, ma Francesco lasciò tutti e scappò a San Damiano. Inverno 1206 parte per Gubbio ospite di Federico Spadalonga, compagno di prigionia in carcere. Questi lo accoglie nella sua casa , un luogo dove oggi sorge la Chiesa di san Francesco. Qui Francesco si vestì del saio. Nel Testamento Francesco scrive che la vera svolta la ebbe a Gubbio dove frequenta il lebbrosario e predica nelle campagne di Assisi e Gubbio dove ammansì il lupo (ove sorgeva la chiesetta di Santa Maria della Vittoria. Francesco ritornò ad Assisi nell'estate del 1206. Per un certo periodo se ne stette solo, impegnato a riparare alcune chiese in rovina, come quella di San Pietro (al tempo fuori dalle mura), la Porziuncola a Santa Maria degli Angeli e San Damiano. I primi anni furono caratterizzati dalla preghiera, dal servizio lebbrosi ,dal lavoro manuale e dall' elemosina. Scelse la povertà alla sequela di Cristo in antitesi alle ricchezze e mondanità delle famiglie del 1200 .so il suo esempio aveva un che di sovversivo rispetto alla mentalità del tempo. Nel mese di Febbraio del 1208 giorno di San Mattia alla Porziuincola ascolta un brano del Vangelo di Matteo e qui sente di dover portare la Parooa di Dio per il mondo. Continua a predicare nelle campagne di Assisi . la predicazione .Molte persone si aggregano a lui e forma il primo nucleo della comunità di Frati . Il primo fu Bernando da Quintavalle , suo amico d'infanzia. Si aggrega a lui al ritorno delle Crociate che lo aveva reso famoso in tutta Assisi. Poi Silvestro, Pietro Cattani (notaio), Egidio, leone , Masseo, Elia da Cortona , Nel 1209/1210 Francesco ebbe raccolto intorno a sé dodici compagni e si reca a Roma per ottenere l'autorizzazione della regola di vita, per sé e per i suoi frati, da parte di Papa Innocenzo III. Dopo alcune esitazioni iniziali,il Pontefice concesse a Francesco la propria approvazione orale per il suo «Ordo fratrum minorum»: Francesco considerava la Chiesa come "madre" e le offriva sincera obbedienza. Francesco era la personalità necessaria, che poteva finalmente incanalare le inquietudini e il bisogno di partecipazione dei ceti più umili all'interno della Chiesa, senza porsi come antagonista a essa, quindi senza cadere nell'Eresia. Del testo presentato al Papa non è rimasta traccia. Gli studiosi pensano, tuttavia, che esso consistesse principalmente in brani tratti dal Vangelo che, col passare degli anni, insieme con alcune aggiunte, confluirono nella «Regola non bollata», che Francesco scrisse nel 1221 nella Valle Reatina assieme a Frate Leone e consegnata agli altri frati alla Porziuncola. Di ritorno da Roma, i frati presero dimora al "tugurio" presso Rivotorto, sulla strada per Foligno, luogo scelto perché vicino a un ospedale di lebbrosi. Tale posto, tuttavia, era umido e malsano, e i frati dovettero abbandonarlo l'anno successivo 1211 , stabilendosi presso la piccola badia di Santa Maria degli Angeli in un luogo chiamato Porziuncola , sotto Assisi. Questa era abbandonata in mezzo a un bosco e venne concessa a Francesco e ai suoi frati dall'Abate della chiesa di San Benedetto del Subasio La nuova «forma di vita» di Francesco e dei suoi fraticcelli attirò anche le donne: la prima fu Chiara Scifi, figlia del nobile assisiate Favarone di Offreduccio degli Scifi. Fuggita dalla casa paterna la notte della Domenica delle Palme del 28 marzo 1211 (o del 18 marzo 1212), giunse il 29 marzo 1211 (o il 19 marzo 1212) a Santa Maria degli Angeli. Chiede a Francesco entrare nel suo ordine e all'alba riceve l'abito religioso dal Santo. Francesco la sistemò per un po' di tempo prima presso il monastero benedettino di Bastia Umbra, poi in quello di Assisi. In seguito, quando altre ragazze (fra cui anche la sorella di Chiara, Agnese) seguirono il suo esempio, presero dimora nella chiesa di San Damiano e diedero inizio a quello che in futuro sarebbero state le clarisse. Negli stessi anni diede vita al convento di Montecasale, dove insediò una piccola comunità di seguaci e dove ripetutamente avrebbe fatto poi sosta nei suoi viaggi. La fama di Francesco crebbe enormemente e crebbe notevolmente anche la schiera dei frati francescani. Nel 1217, il poverello di Assisi presiedette il primo Capitolo generale dell'Ordine, che si tenne alla Porziuncola: questi sorsero con l'esigenza di impostare la vita comunitaria, di organizzare l'attività di preghiera, di rinsaldare l'unità interna ed esterna, di decidere nuove missioni, e si tenevano ogni due anni. Con il primo fu organizzata la grande espansione dell'ordine in Italia e furono inviate missioni in Francia, Germania,Spagna e Portogallo. Nel 1219 si imbarca da Ancona per l'Egitto e la Palestina dove da due anni era in corso la Quinta Crociata. Durante questo viaggio, in occasione dell'assedio crociato alla città egiziana di Damietta, insieme con frate Illuminato ottenne dal legato pontificio (il benedettino portoghese Pelagio Galvani, cardinale vescovo di Albano), il permesso di passare nel campo saraceno e incontrare, disarmati, a loro rischio e responsabilità, lo stesso Sultano Ayyubide al Malik al kamil nipote del Saladino. Francesco intendeva predicare al sultano il Vangelo, al fine di convertirlo e quindi mettere fine alle ostilità, per altri la sua volontà era solo quella di testimoniare senza finalità concrete. Ricevuto con grande cortesia dal Sultano, ebbe con lui un lungo colloquio, al termine del quale Francesco dovette tornare nel campo crociato. Intorno a questo evento storico sono fiorite diverse leggende riguardanti il santo e la sua straordinaria capacità di convincere e convertire, anche se il Sultano pur rimanendo musulmano e apprezzando Francesco egli elargì dei doni in segno di stima La narrazione dell'incontro ci è pervenuta, oltre che tramite le opere di biografi francescani, anche attraverso altre testimonianze non tardive, sia cristiane sia arabe.La versione fornitaci da san Bonaventura cita maltrattamenti subiti ad opera dei soldati saraceni e la difesa, da parte di Francesco, dell'operato dei crociati e la giustificazione della guerra agli islamici infedeli. Nel racconto di Tommaso da Celano, Francesco suscitò profonda ammirazione nel sultano, che lo trattò con rispetto e gli offrì numerose ricchezze. Secondo la narrazione agiografica, Francesco subì anche la prova del fuoco, raffigurata in numerosi cicli dipinti. Con la crescita di numero Francesco temeva che, ingrandendosi senza controllo, la fraternità dei Minori deviasse dai propositi iniziali. Sia per le cattive condizioni di salute, sia per dare l'esempio e per potersi dedicare completamente alla sua missione, nel 1220 Francesco rinunciò al governo dell'Ordine in favore dell'amico e seguace Pietro Cattani, che però morì l'anno seguente. Al successivo Capitolo Generale (detto «delle Stuoie», giugno 1221) venne scelto come vicario Frate Elia da Cortona Nel 1223, con la bolla Solet Annuere , Papa Onorio III approvò definitivamente la «Regola seconda» (che rispetto alla prima è più corta e contiene meno citazioni evangeliche), che fu redatta con l'aiuto de Cardinale Ugolino d'Ostia (il futuro Papa Grgorio IX). La doppia stesura della regola a distanza ravvicinata testimonia un ripensamento a fronte di difficoltà nel progetto; Francesco, pur non condannando in sé né la ricchezza, né la sapienza, né il potere, si rendeva conto che i frati che liberamente avevano deciso di seguirlo e di seguire la sua regola di vita stavano diventando colti e accettavano doni e ricchezze (anche se formalmente questi erano incamerati dalla Santa Sede). A Natale del 1223, di ritorno ad Assisi da Roma, Francesco si fermò a Greccio (sulla strada che da Stroncone prosegue verso il reatino) e decise la nascita di Gesù, facendo una rappresentazione vivente di quell'evento. Secondo le agiografie, durante la messa, il putto raffigurante il Bambinello avrebbe preso vita più volte tra le braccia di Francesco. 1223 operazione agli occhi nel Santuario di Fonte Colombo ( Francesco e Frate Leone) . 1224 sul Monte della Verna riceve le stimmate ( 16/17 Settembre) Francesco e Frate Leone. 1224 e il 1226, ormai malato gravemente agli occhi (si suppone un traucoma), compose il Cantico delle Creature. Francesco fu sempre più oggetto di varie malattie (soffriva infatti di disturbi al fegato oltre che alla vista). Varie volte gli furono tentati degli interventi medici per lenirgli le sofferenze, ma inutilmente. Nel giugno 1226, mentre si trovava alle Celle di Cortona, dopo una notte molto tormentata dettò il "Testamento", che volle fosse sempre legato alla "Regola", in cui esortava l'ordine a non allontanarsi dallo spirito originario 1226 si trovava alle sorgenti del Topino a Nocera Umbra; egli però chiese e ottenne di poter tornare a morire nel suo "luogo santo" preferito: la Porziuncola. 1226 Muore alla Porziuncola il 3 Ottobre di sabato Il suo corpo, dopo aver attraversato Assisi ed essere stato portato perfino in San Damiano, per essere mostrato un'ultima volta a Chiara e alle sue consorelle, venne sepolto nella Chiesa di san Giorgio. Da qui la sua salma venne trasferita nell'attuale Basilica nel 1230 (quattro anni dopo la sua morte, due anni dopo la canonizzazione) 1228 Francesco fu dichiarato Santo da Papa Gregorio IX. Il 18 Giugno 1939 Pio XII lo proclama Patrono d'Italia assieme a Santa Caterina da Siena La Predica agli uccelli è uno degli episodi più famosi dei Fioretti di san Francesco :Secondo la tradizione ebbe luogo sull'antica strada che congiungeva il castello di Cannara a quello di Bevagna. Oggi il punto dove San Francesco d'Assisi fece il miracolo è segnalato da una pietra sita in località Piandarca a Cannara in un'area ancora oggi incontaminata, raggiungibile attraverso un sentiero che inizia appena fuori dal paese e si snoda attraverso i campi. Nei pressi della pietra e lungo l'attuale strada che porta a Bevagna (la SP403) è edificata anche una piccola Edicola a ricordo del Miracolo. "et venne fra Cannaia et Bevagni. E passando oltre con quello fervore, levò gli occhi e vide alquanti arbori allato alla via, in su' quali era quasi infinita moltitudine d'uccelli. E entrò nel campo e cominciò a predicare alli uccelli ch'erano in terra; e subitamente quelli ch'erano in su gli arbori se ne vennono a lui insieme tutti quanti e stettono fermi, mentre che santo Francesco compié di predicare (...) Finalmente compiuta la predicazione, santo Francesco fece loro il segno della croce e diè loro licenza di partirsi; e allora tutti quelli uccelli si levarono in aria con maravigliosi canti, e poi secondo la croce c'aveva fatta loro santo Francesco si divisoro in quattro parti (...) e ciascuna schiera n'andava cantando maravigliosi canti" (I fioretti cap. XVI di San Francesco d'Assisi)
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COPIONE : San Bonaventura da Bagnoregio, che aveva avuto incarico dal Papa di scrivere la vita definitiva di San Francesco , racconta al Papa ed ai Cardinali la storia di Francesco e Chiara , facendo riferimento al biografo di San Francesco Tommaso da Celano e chiudendo con il canto XII del Paradiso ( San Domenico - San Francesco - Gioacchino da Fiore ) .Le scene da raccontare : Francesco dal Papa con le parole di Francesco e del Papa. Chiara : Giovinezza , lebbrosi ,porta del morto , taglio capelli , Monaldo, vita in Convento , miracolo pani e saraceni , miracolo TV , transito e morte . Francesco : gioventù , primo cavaliere , secondo cavaliere , Spoleto , san Damiano , Crocefisso che parla ( da evidenziare come parla ancora oggi ) , Bernardo da Quintavalle ed altri frati , il fenomeno di San Damiano , il Papa , Francesco ed il Sultano ( qui si deve far capire come Francesco ottiene la custodia dei luoghi Santi ) , anni 1223-1226 Francesco e Frate Leone, Regola , Greccio, Una festa di Pasqua in convento dove Francesco entra da mendicante, Stimmate , Cantico delle Creature , malattia , benedizione di Assisi , transito , frate jacopa , processione corpo a San Damiano , Cattani e Frate Elia Chiara e Francesco : fuga di Chiara - vicende a seguito fuga - Francesco ed i benedettini - la regola di Chiara- Chiara ed i frati a San Damiano - incendio della Porziuncola - Chiara e Francesco il Cantico delle creature . Funerale di Francesco. Brevissimo Sant'Antonio da Padova .Nel finale solo scritto : Francesco e la sepoltura ,Chiara e la sepoltura I tre ordini di francesco I tre ordini oggi nel mondo , numero consacrati e case Gli Araldini e la Gifra Vescovi e Cardinali Francescani Santi e beati francescani Questi ultimi non un elenco ma i più rappresentativi . Location : studi Lamezia Terme , Abbazia Florense , la Sila , San Damiano interni , dormitorio San Damiano , Chiostro San Damiano . La Porziuncola va ricostruita con una decina di casette di pagliericcio . Piazza vescovado Assisi . Strade di Assisi e San Giovanni in Fiore , Forche Canapine , piana di Assisi , Civita di Bagnoregio . La location papale sarà l'Abbazia Florense . MIRACOLI SANTA CHIARA La vita di Santa Chiara è stata segnata da diversi miracoli, ed è proprio in seguito a uno di questi, il cosiddetto miracolo del Natale, che è diventata protettrice della televisione e delle telecomunicazioni. Nel convento di San Damiano, Chiara visse una vita di preghiera, che l’ha accompagnata fedelmente anche gli ultimi anni, quando si ritrovò costretta a letto a causa di un’infermità. Proprio per la sua condizione fisica, la Santa non poté partecipare alle celebrazioni del Natale del 1252, l’ultimo prima della sua dipartita. Impossibilitata a raggiungere le sue sorelle nella chiesa di San Francesco, Santa Chiara si rivolse al Signore, pregandolo e manifestando il suo dolore. Da sempre devota al Bambino Gesù, Chiara desiderava fortemente celebrare la sua nascita. Tanto era intensa la sua volontà di partecipare alla Santa Messa di Natale, che il Signore accolse la sua preghiera “e avendo cominciato a pensare a Gesù piccolino e a dolersi molto di non poter partecipare al canto delle sue lodi, sospirando gli dice: «Signore Iddio, eccomi lasciata qui sola per Te! Ed ecco, all’improvviso, cominciò a risuonare alle sue orecchie il meraviglioso concerto che si faceva nella chiesa di San Francesco. Udiva i frati salmeggiare nel giubilo, seguiva le armonie dei cantori, percepiva perfino il suono degli strumenti. Il luogo non era affatto così vicino da consentire umanamente la percezione di quei suoni: o quella celebrazione solenne fu resa divinamente sonora fino a raggiungerla, oppure il suo udito fu rafforzato oltre ogni umana possibilità. Anzi, cosa che supera questo prodigio di udito, ella fu degna di vedere perfino il presepio del Signore . Al mattino alle figlie che vennero da lei disse la beata Chiara: “Benedetto sia il Signore Gesù Cristo che mentre voi mi avete lasciata sola, non mi ha abbandonata. Infatti, per grazia di Cristo, ho ascoltato tutte le solennità che sono state celebrate questa notte nella chiesa di San Francesco” (Fonti Francescane 3211).Proprio per questo miracolo, il 17 febbraio 1958 papa Pio XII decise di renderla patrona della televisione e delle telecomunicazioni. Un Venerdì di Settembre del 1240 , in quest'anno avviene il più famoso dei miracoli : Chiara di fronte all'assalto di soldati saraceni penetrati con forza anche nel suo convento si san damiano riesce a ametterli in fuga mostrando loro l'Ostia Santa Consacrata Molte le volte che si parla del pane di sant'Antonio , grande espressione della devozione popolare per il santo di Lisbona. Eppure anche Santa Chiara ha le sue tradizioni legate al pane . Ci sono infatti due episodi che vedono legata la figura di Santa Chiara al pane . La prima è narrata ne I fioretti di Santa Chiara. Il Pontefice Papa Gregorio IX era ad Assisi e non voleva ripartire senza tornare tra gli ulivi di San Damiano,la Chiesa custodita da Santa Chiara e dalle Clarisse. Chiara e le sorelle furono avvisate dal grande evento : il Pontefice in persona stava arrivando e cosi aiutata dalle sorelle aveva ornato di fiori tutta la Chiesa in suo onore. Aveva unto di olio le tavole della mensa e cosparso di rami di ulivo la strada che scendeva al convento. Il papa dopo aver benedetto le suore di san Damiano cominciò a rivolgere loro non una omelia ma un discorso da padre a figlie. Chiara e le suore lo ascoltavano con ammirazione. Alla fine del discorso si accorsero che era mezzogiorno e bisognava invitare il Pontefice a mangiare con loro. C'era un problema. C'era solo del pane duro ricevuto in elemosina . Il Pontefice pregò Chiara di benedire la mensa ed ella rispose : Santissimo Padre , perdonatemi che io sarei degna di troppo grande riprensione se innanzi al vicario di Cristo io, che sono una vile femminella ,presumessi di fare cotale benedizione : Ma il Pontefice rispose : acciò che questo non sia imputato a presunzione, ma a merito d'obbedienza,io ti comando per santa obbedienza che sopra questo pane tu faccia il segno della Santissima Croce e benedici il pane nel nome di Dio . E Chiara si alzò in piedi e con la mano destra tracciò in aria una gran croce, invocando il nome del Padre ,del Figlio e dello Spirito Santo. E fu allora che avvenne il prodigio miracoloso. Allora Papa Gregorio IX assieme i Cardinali che erano al seguito videro sopra ogni pagnotta fosse apparso un segno profondo: Era la Croce quasi intagliata nella sopra crosta del pane. L'altro episodio è narrato invece nella leggenda di Santa Chiara Vergine - giunta a noi anonima , che fu redatta per incarico di Papa Alessandro IV da un frate minore dopo la canonizzazione di Santa Chiara . E' datata comunemente del 1256 subito dopo la Canonizzazione, tra agosto e ottobre 1255. In questo documento è presente uno straordinario episodio della Santa : ancora una volta protagonista è il pane . In queste pagine si legge il racconto di una delle consorelle di Chiara suor Cecilia da Spello: un giorno a San Damiano c'era solo una pagnotta di pane frutto della elemosina raccolta dalle sorelle e frati questuanti. Questo pane doveva servire a sfamare ben 50 sorelle . Di frontr al suo sgomento Chiara lo esorto a dividere il pane a metà e di mandarne una parte ai frati. L'altra sarebbe servita alle 50 suore . Suor Cecilia rispose a Chiara con queste parole : per fare di questo poco pane cinque fette , ci vorrebbe quel miracolo del Signore e dei cinque pani e due pesci. Comunque sorella Cecilia tuttavia obbedire e mentre tagliava il pane a fette , il pane aumentava di dimensione miracolosamente tanto che ne uscirono 50 fette tutte buone e grandi. Due cose sono importanti da ricordare : Chiara era Badessa per servire ; la Santa occupava il posto a capotavola nel refettorio , posto che le consentiva di muoversi e servire le sorelle. Chiara inoltre usava baciare e lavare i piedi alle sorelle quando queste rientravano in convento dopo essere uscite per chiedere l'elemosina. LETTERA SAN PAOLO APOSTOLO AI FILIPPESI Primi compagni di S. Francesco GIACCHINO DANTE SAN BONAVENTURA
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PREGARE ANCHE RACCONTANDO LA BELLISSIMA STORIA : L'INCENDIO DELLA PORZIUNCOLA
Un giorno Chiara venne a Santa Maria degli Angeli, da tanto tempo non vedeva Francesco e aveva bisogno di sentire la sua voce. Francesco era stato convinto dai suoi frati ad invitarla. Stettero a mensa sul prato e stettero in orazione e in preghiera. Subito la foresta e i prati tutt'intorno cominciarono a bruciare. Bruciavano e bruciavano!. Bruciavano così tanto che gli assisiati si accorsero di quella macchia rossa che si espandeva nel verde della loro pianura e corsero velocemente giù gridando: "al fuoco!, al fuoco!". Vennero anche da Cannara e da Bettona e da tutti i paesi vicini, con secchi d'acqua. Ma una volta arrivati videro i frati, le monache, Francesco e Chiara che stavano in orazione. Intorno a loro il fuoco bruciava, ma loro non si muovevano perché quel fuoco veniva da loro!. "Maremma...". Disse in toscano Egidio stupito insieme agli altri tre vecchietti. Quello non era un fuoco normale, no, quello era un fuoco d'amore divino che infiammava quelle sante creature.